Stellantis torna a crescere, ma giù in Borsa su incognita extra costi
Milano, 30 ott. (askanews) – Primi segnali di ripresa per Stellantis nel terzo trimestre con ricavi e consegne in aumento del 13%, grazie soprattutto agli Usa, ma la Borsa punisce il titolo. A pesare la mancanza di visibilità sul prossimo piano industriale e l’annuncio, nella conferma della guidance, di costi straordinari non quantificati dovuti al cambio di strategia e al rinvio e alla cancellazione di modelli, con più termico e meno elettrico, e alla revisione dei calcoli sugli accantonamenti legati alle garanzie, ad esempio per riparazioni o richiami. Incognite che hanno penalizzato il titolo in Borsa, sceso dell’8,88% a 8,845 euro in chiusura di giornata, nonostante le rassicurazioni del gruppo che i costi straordinari non avranno un impatto sul risultato operativo rettificato (Aoi).
“I risultati del terzo trimestre sono solidi e incoraggianti e offrono un primo segnale che le nostre azioni stanno producendo effetti positivi. Abbiamo accelerato le azioni per correggere decisioni strategiche e operative del passato e abbiamo riportato la libertà di scelta al centro della nostra strategia”, ha detto il Ceo Antonio Filosa.
A trainare la ripresa sono gli Stati Uniti con un aumento delle vendite del 6% dopo due anni di cali e della quota al 7,8% (+50 pb). Il gruppo ha annunciato un maxi piano di investimenti da 13 miliardi di dollari con il lancio di cinque nuovi modelli, l’aumento della produzione del 50% e 5mila assunzioni. L’impatto dei dazi invece è stato aggiornato a un miliardo di dollari, nella parte bassa delle forchetta indicata in precedenza di 1-1,5 miliardi. “Gli Stati Uniti sono centrali, se siamo forti negli Usa siamo più forti anche negli altri mercati. Ringrazio l’amministrazione per aver fatto cambiamenti pragmatici sugli accordi commerciali e sui dazi”, ha detto Filosa. L’offensiva negli Usa proseguirà con il lancio di diversi modelli termici fra cui la Jeep Cherokee, la Dodge Charger e il Ram 1500 con range extender (Reev), tecnologia al debutto mondiale negli Usa.
In Europa dove il gruppo invece ha perso quote scendendo al 15,2% (-70 pb) per le difficoltà nei mercati principali, Italia e Francia, e nei veicoli commerciali che valgono il 30% dei ricavi del gruppo. Filosa è tornato a chiedere “una revisione urgente” delle norme Ue sulle emissioni che stanno affossando il mercato e su cui sta lavorando anche con Acea. Fra i modelli annunciati per l’Europa Filosa ha ricordato la Jeep Compass prodotta a Melfi e la 500 ibrida che sarà prodotta a Mirafiori a partire da fine novembre. “Stiamo adottando le misure necessarie per recuperare quote, ma la concorrenza è agguerrita. Per la 500 ibrida, che mi sta particolarmente a cuore, prevediamo una domanda significativa soprattutto in Italia”. Segnali positivi anche dai modelli su piattaforma Smart Car (Citroen C3, Fiat Grande Panda e Opel Frontera) che hanno raccolto 120mila ordini.
Guardando avanti Filosa ha dichiarato che ritiene “ragionevole nel medio termine un target di Aoi margin del 6-8% per un gruppo come Stellantis”, ma per il momento “la cosa più importante è un miglioramento stabile, trimestre dopo trimestre, dei principali indicatori finanziari”. A complicare il quadro però c’è l’incognita chip. “Abbiamo allestito una war room, monitoriamo la situazione e la crisi Nexperia. Gestiamo giorno per giorno quello che è un problema globale per l’industria dell’auto”, ha concluso Filosa.
