Nuovo governo regionale: l’opposizione attacca, bordate da destra e sinistra
Il dibattito in aula riprenderà domani
L’opposizione all’attaccoo del nuovo governo regionale, che si prepara a essere votato dall’aula. Il dibattito ha registrato bordate da destra e sinistra. La discussione riprenderà domani, giovedì 6 novembre.
L’opposizione all’attacco
La maggioranza può contare sui 13 consiglieri dell’Union Valdôtaine, sui 3 di Forza Italia e su 5 dei 6 consiglieri eletti nelle file degli Autonomisti di Centro, dopo che Marco Carrel è stato messo alla porta.
In questo contesto, sono arrivate critiche sia dalle forze di centrodestra, che da quelle di centrosinistra.
Massimo Lattanzi, Corrado Bellora ed Eugenio Torrione chiedono la riforma della legge elettorale
Per Massimo Lattanzi (Fratelli d’Italia) «gran parte dei punti del programma di legislatura sono assolutamente condivisibili, sembrano quasi presi dal nostro. Ma i programmi camminano sulle gambe delle persone e le persone fanno le maggioranze. La credibilità sta nella loro solidità, ma dal teatrino emerso oggi manca la certezza dei numeri per affrontare gli anni impegnativi che ci aspettano. Faremo opposizione a favore della Valle d’Aosta per non perdere il treno della competitività e della socialità. Un’opposizione durissima, attenta e senza sconti. Siamo preoccupati perché questa maggioranza avrebbe avuto bisogno di processi culturali diversi, descritti ma poco credibili. I valdostani sono confusi. Io auspico che il Consiglio approvi la riforma elettorale, dando loro la possibilità di scegliersi il presidente prima delle elezioni, per assicurare trasparenza e credibilità».
Discorso analogo per il consigliere Corrado Bellora, della Lega. «Un partito che in campagna elettorale si è presentato in coalizione con il centrodestra oggi è in maggioranza; un consigliere viene messo alla porta perché non è simpatico a qualcuno della maggioranza, anche a fronte di 1800 voti – ha sottolineato il penalista aostano -. Questo è il senso della bruttezza di questa legge. Il voto degli elettori non conta, firmano una cambiale in bianco ogni cinque anni. Serve quindi una legge seria, che vincoli gli eletti a rispettare un programma, un candidato presidente e un’alleanza. Se la maggioranza cade, si torna a casa. Basta guardare alle altre Regioni per capire cosa significhi rispettare la volontà dell’elettore. Dal 1990 a oggi, il Comune di Aosta ha avuto 6 sindaci e 6 giunte; la Regione 20 giunte e 16 cambi di presidente. Le regole devono correggere i difetti degli uomini. Se non avete rispetto per voi stessi, abbiate rispetto per chi ha votato».
«Abbiamo finalmente un governo ma quanti elettori possono dirsi contenti delle decisioni prese da coloro che hanno votato? – ha detto Eugenio Torrione di AVS -. Oggi assistiamo a una mortificazione della democrazia con il “teatrino” di questi giorni. Serve una nuova legge elettorale perché l’attuale non è né democratica né rispettosa dell’elettorato e accresce ulteriormente la progressiva disaffezione dei cittadini verso la politica. Il programma è una lunga dichiarazione di intenti, ma è carente di dettagli operativi. Mancano: lotta alla precarietà e salario minimo negli appalti pubblici; sanità pubblica come diritto costituzionale; nelle politiche sociali: autodeterminazione, progetto di vita personalizzato, pari dignità e pari diritti, domiciliarità; importanza del rapporto fra PA e terzo settore».
Chiara Minelli all’attacco: «Programma con scarso valore contenutistico»
Non ha risparmiato critiche nemmeno Chiara Minelli, capogruppo di Avs. «Oggi viene proposto per la carica di Presidente della Regione il consigliere Testolin senza rispettare le disposizioni della legge regionale 21/2007 – ha osservato -. Il problema è giuridico ma anche politico: i limiti di mandato per Regioni e enti locali sono frequenti nella normativa nazionale e motivati dall’esigenza di rispettare il ricambio della rappresentanza politica e, di conseguenza, la democraticità della governance. Oggi si vuole scardinare questo principio e, così facendo, l’interpretazione della norma potrebbe perpetuare l’elezione a presidente della Regione del Consigliere Testolin anche nelle prossime legislature. In queste settimane, complice una pessima legge elettorale, abbiamo assistito a varie manovre per formare una maggioranza e l’UV ha infine deciso di svoltare a destra, abbandonando progressivamente il rapporto con la sinistra valdostana. Questo cambio di campo svela la vera anima di una Union Valdôtaine per niente progressista. Si aumenta il numero di Assessorati – in base alle esigenze di spartizione delle poltrone – e si propone un programma dallo scarso valore contenutistico, con alcuni punti (in particolare in tema di ambiente, trasporti, energia e attenzione alla povertà) su cui esprimiamo la nostra contrarietà».
Simone Perron: «Coalizione fatta di transfughi ed transfughi»
Tornando sul centrodestra, il leghista Simone Perron ha parlato di «schizofrenia del sistema politico valdostano, in cui l’UV va a sinistra in comune, e al centro in regione, con una coalizione fatta di transfughi ed ex transfughi. Il programma che avete presentato è uguale a quello di cinque anni fa. La vostra azione ha anestetizzato i valdostani; cancellato la meritocrazia e imbrigliato, con le dinamiche al ribasso dell’appartenenza, le migliori energie valdostane spesso obbligate ad allontanarsi dalla regione. Riconosco alla vostra cultura politica di saper amministrare l’esistente, sebbene con alcune gravissime criticità, la sanità prima di tutte. Serve una migliore redistribuzione della ricchezza che possa incidere sulla classe media e lavoratrice, specie per quel che riguarda coloro che hanno figli. Serve un cambiamento che questa maggioranza non può garantire».
Fulvio Centoz: «Questa è la giunta della subordinazione»
Al PD è stato dato il benservito dopo 5 anni in maggioranza. «Si dice che questa sia la giunta della stabilità – ha detto Fulvio Centoz -. Io credo invece che sia la giunta della subordinazione, perché nasce da un accordo che nasconde una verità semplice: la Valle d’Aosta non parla più con lo Stato da pari a pari ma per interposta persona, attraverso un accordo politico tra l’UV e Forza Italia, in cui la Valle viene rappresentata a Roma da un partito romano. Questo è il contrario dell’Autonomia: è l’amministrazione controllata di un territorio speciale. L’autonomia o è progressista o non è. Non serve a conservare ma a cambiare, non difende privilegi ma genera opportunità, non chiede permessi ma assume responsabilità. Crediamo in un’autonomia libera, solidale e moderna, che guarda in faccia la realtà della crisi demografica, la solitudine delle famiglie, e che risponde ai problemi con la forza della comunità».
A rincarare la dose ci ha pensato Clotilde Forcellati. «Questo cambio di maggioranza è stato costruito nei corridoi romani, con buona pace dell’autonomia e dell’autonomismo. Il documento siglato tra UV e Forza Italia è un libro dei sogni e di buone intenzioni già presentati in precedenza e si ha come scadenza il mese di marzo 2027. Cosa succederà se tutto questo non sarà realizzato entro quel termine? Questa non è stabilità ma opportunismo politico: non siamo di fronte a una coalizione seria. Che ne è stato dello slogan della campagna elettorale “mai al governo con le forze autonomiste”?».
Aldo Domanico: «Ci sono valori universali»
Per Aldo Domanico (FdI) «ci sono certi valori universali, raccontati attraverso grandi capolavori del cinema, che non si comprano, ma si conquistano sul campo con il coraggio, la lealtà e l’esempio. Anche in politica, esistono virtù che dovrebbero guidare ogni azione: onore, rispetto e coerenza. Sono principi che in un tempo come il nostro diventano un atto di ribellione morale: scegliere ciò che è giusto e non ciò che conviene. Ma, forse, nella realtà le cose stanno diversamente».
Alberto Zucchi: «Per noi si vince o si perde insieme»
Alberto Zucchi, capogruppo di Fratelli d’Italia, si è soffermato sulla spaccatura del centrodestra che, dopo essersi presentato unito alle elezioni, si ritrova diviso nella formazione del governo.
«Noi ci siamo presentati come coalizione alternativa al precedente governo, ma oggi assistiamo al necrologio della legge elettorale, che ha costretto la maggioranza a rincorrere numeri per garantire stabilità – ha evidenziato -. Ci era stata prospettata la possibilità di entrare da soli in maggioranza, ma per noi si vince e si perde insieme. Siamo rammaricati per la scelta di Forza Italia, ma restiamo fedeli ai nostri elettori e vigileremo sull’attuazione dei punti condivisi, a partire dal netto contrasto all’ampliamento dell’ospedale di Aosta. Rappresentiamo una forza nazionale: il governo avrà una logica collegiale su dossier come zona franca, rappresentanza europea e concessioni idroelettriche. Nessun partito, da solo, può garantire il rapporto con Roma».
Eleonora Baccini: «Chi è incoerente?»
«La nostra scelta di uscire dalla coalizione con Forza Italia e Insieme-Ensemble è stata tacciata di incoerenza – ha affermato la consigliera Eleonora Baccini di La Renaissance -, ma il nostro programma elettorale si proponeva di dare una forte discontinuità rispetto agli ultimi cinque anni di governo unionista e di sinistra. Oggi, invece, paradossalmente, le stesse persone che hanno firmato questo impegno solenne per la discontinuità si ritrovano in maggioranza con chi hanno promesso di contrastare, ricoprendo addirittura cariche apicali. E allora chi è incoerente? Siamo stati costretti a prendere le distanze dalla scelta di Forza Italia perché la loro scelta non corrisponde al progetto che si era pattuito con tutto il centrodestra per poter dare vita a un vero cambiamento».
Andrea Manfrin: «Nessuno puà parlare a nome della Lega»
«La rottura storica tra forze autonomiste e PD è un evento a cui noi sicuramente plaudiamo – ha detto il capogruppo della Lega, Andrea Manfrin -. L’accordo siglato tra UV e FI ha un valore assolutamente relativo, considerato quello sottoscritto con tanti spergiuri da Forza Italia con le altre forze di centrodestra e poi disatteso. Nessuno può parlare per la Lega. I dossier di competenza del nostro partito andranno discussi con la Lega senza intermediazioni da parte di altre forze politiche e non con chi si è riempito la bocca di “centro-destra” per poi rinnegarlo a poche settimane dal voto».
Jean-Pierre Guichardaz: «Unità rotta per pura logica matematica»
«Crediamo di aver fatto, insieme alla maggioranza, un buon lavoro – ha evidenziato l’assessore uscente Jean-Pierre Guichardaz -. L’Union ha deciso di sostituire i tre eletti di PD-FP con tre di FI; è una scelta puramente politica e contraddittoria dopo un lungo periodo di governo insieme. L’unità è stata rotta non per una visione diversa, ma per pura logica matematica. Oggi è chiaro che FdI e Lega non resteranno spettatori, mentre l’UV si appoggia sulla forza più fragile del governo nazionale. Continueremo noi tre a lavorare per la Valle d’Aosta, con la schiena dritta e senza timori».
Marco Sorbara: «Rientro in quest’aula dopo che mi è stato tolto tutto»
Dalla maggioranza, interviene Marco Sorbara. «Dopo sei anni e sette mesi rientro in quest’aula, cuore della nostra democrazia valdostana – ha dichiarato -. Rientro dopo un tempo in cui mi è stato tolto tutto. Un’ingiustizia mi ha attraversato l’anima, ma non ha piegato il mio spirito. Rientro con un bagaglio umano fatto di dolore e speranza, perché la politica deve essere cuore, ascolto e verità. Il mio impegno sarà trasformare la mia storia in una forza utile alla collettività; dare voce a chi non l’ha, restituire fiducia e speranza. Sarà una politica di dialogo, non di scontro, perché il rispetto è il primo passo per servire i cittadini e la vera forza sta nell’ascoltare con equilibrio».
Pierluigi Marquis: «Svolta storica»
Di «svolta storica» parla Pierluigi Marquis, eletto con Forza Italia. «Per la prima volta l’UV si allea organicamente con una forza di centrodestra nel governo regionale – ha sottolineato -. Questa decisione nasce da una precisa responsabilità politica: avremmo auspicato un governo di centrodestra ma non c’erano i presupposti. Sarebbe stato più semplice fare opposizione, ma noi siamo una forza di governo e i nostri elettori ci votano per amministrare. La vera posta in gioco sono i grandi dossier che necessitano di un dialogo competente con il governo nazionale. Forza Italia VdA si rende protagonista con la sua presenza a Roma, la sua appartenenza al Partito Popolare europeo e la sua esperienza di governo».
Aurelio Marguerettaz: «Con il proporzionale la scelta rimane ai valdostani»
Se dall’opposizione la richiesta di modifiche della legge elettorale arriva da destra e sinistra, per l’UV la norma attuale non rappresenta un problema.
«Nel sistema maggioritario, dove si dice che “sceglie il cittadino”, l’affluenza cala di dieci punti: in realtà, a scegliere sono le segreterie dei partiti – ha affermato il capogruppo dell’Union Aurelio Marguerettaz -. Qui, invece, con il proporzionale, la scelta resta ai valdostani. Il nostro sistema elettorale è assolutamente democratico. L’accordo con Forza Italia è una base di partenza utile al dialogo con le forze nazionali e che non deve essere ristretto: apprezzo le aperture di Fratelli d’Italia e cercheremo di aprire un dialogo con tutti i partiti animati da buona volontà».
(t.p.)
