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di admin Administrator  
il 26/11/2025

Aviaria in Lombardia, istituite zone di protezione e sorveglianza

Milano, 26 nov. (askanews) – Le Commissioni Agricoltura e Sanità della ù Lombardua in seduta congiunta hanno fatto il punto sulla situazione dell’influenza aviaria nella regione, anche a fronte dei focolai individuati negli ultimi mesi. Le autorità regionali hanno istituito zone di protezione e sorveglianza intorno agli allevamenti colpiti e adottato misure per contenere la diffusione del virus. Sono stati auditi i rappresentanti delle Direzioni regionali Welfare e Agricoltura, delle ATS di Brescia e Valpadana e delle associazioni di settore (Coldiretti Lombardia, Confagricoltura Lombardia, Copagri e Cia Agricoltori).

La Direzione Welfare ha segnalato che nei mesi di ottobre e novembre 2025 sono stati rilevati diversi focolai in particolare nei territori di Crema (60 mila tacchini), Lodi (quasi 15 mila fagiani), Brescia (quasi 34 mila tacchini), Varese (175 mila galline ovaiole) e in più allevamenti nel mantovano. Si calcola il coinvolgimento di circa 353mila animali e si stima un indennizzo diretto complessivo di 3 milioni e 640 mila euro. I focolai sono riconducibili all’ingresso del virus trasmesso dalla fauna selvatica. I territori coinvolti, infatti, rientrano nelle rotte migratorie di queste specie in stato di naturale libertà.

La Direzione Agricoltura ha quindi precisato che dal 2019 al 2024 sono stati realizzati sei interventi per indennizzi indiretti per risorse pari a 26 milioni di euro suddivisi tra fondi europei, nazionali e regionali.

Concordi le associazioni di settore nel riportare la forte preoccupazione degli allevatori di fronte a questo fenomeno, che ormai si ripete ogni anno, e nel chiedere a Regione Lombardia sostegno anche attraverso ulteriori investimenti per il comparto avicolo. Dalle loro istanze è emersa la necessità di garantire i livelli standard di sicurezza degli impianti, la maggior parte dei quali risale agni anni ’70, di ricevere risarcimenti in tempi brevi e di programmare interventi di prevenzione anche attraverso vaccinazioni.

Secondo il Direttore del Dipartimento veterinario dell’ATS di Brescia Claudio Monaci “nel bresciano ci sono 10 milioni di capi allevati suddivisi in oltre 400 allevamenti nel comparto avicolo. È per noi importante fare rete con le istituzioni, con la Polizia provinciale e con i cacciatori per evitare o individuare precocemente l’introduzione del virus attraverso le vie del selvatico in questa realtà definita ad alta intensità. Serve inoltre monitorare, attraverso una programmazione annuale, la verifica delle applicazioni delle misure di biosicurezza a livello di ciascun allevamento”.

“In caso di focolaio va applicata un’ordinanza restrittiva non solo per l’allevamento direttamente colpito ma per tutti quelli che rientrano nell’arco di 10 chilometri. È un’applicazione della normativa che limita le attività ma necessaria per limitare il rischio di contagio” ha precisato il Direttore del Dipartimento Veterinario dell’ATS Valpadana Vincenzo Traldi.

[Intorno agli allevamenti colpiti|PN_20251126_00123|gn00 rg10||26/11/2025 19:29:49|Aviaria in Lombardia, istituite zone di protezione e sorveglianza|Agricoltura|Cronaca, Lombardia]

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