La scuola deve avere un ruolo educativo anche sull’affettività e la sessualità
Lo ha dichiarato il capogruppo Jean-Pierre Guichardaz all'ultimo Consiglio Valle
Il capogruppo Jean-Pierre Guichardaz ha sollevato, dinanzi al Consiglio Valle, un’interpellanza del gruppo PD – Federalisti Progressisti VdA sull’educazione affettiva e sessuale nelle scuole.
Il Ddl Valditara vs gli orientamenti educativi in Valle d’Aosta
Ha ricordato che «il Ddl Valditara, nella sua formulazione attuale, vieta le attività relative alla sfera sessuale nella scuola dell’infanzia e primaria. Durante l’esame alla Camera era stato perfino presentato un emendamento – poi ritirato dalla deputata Latini (Lega) – che avrebbe esteso il divieto anche alla scuola secondaria di primo grado, un segnale evidente della direzione politica che si sta tentando di imprimere.
In Valle d’Aosta, da anni sono attivi percorsi strutturati e professionali dedicati al rispetto reciproco, alla consapevolezza emotiva e corporea, alla prevenzione dei comportamenti violenti e alla promozione di relazioni sane: percorsi fondati su basi scientifiche e condotti da figure qualificate, non da associazioni improvvisate e nemmeno da operatori mossi da intenti ideologici».
Guichardaz ha chiesto alla Giunta se intende effettuare una ricognizione delle attività svolte nelle scuole e quali valutazioni siano state fatte rispetto alle possibili ricadute del disegno di legge nazionale sull’organizzazione dei percorsi educativi in Valle.
Lavevaz: «Per ora in Valle si prosegue mettendo la persona al centro»
«Attendiamo le disposizioni attuative per capire meglio le indicazioni ministeriali da seguire, in particolare nella scuola dell’infanzia e nel primo ciclo di istruzione – ha premesso l’assessore all’Istruzione Erik Lavevaz -. Per ora, le scuole continuano a operare seguendo quanto riportato nelle Indicazioni nazionali che prevedono la “centralità della persona”: i docenti realizzano i loro progetti educativi e didattici non per individui astratti, ma per persone che vivono qui e ora, che sollevano precise domande esistenziali, che vanno alla ricerca di orizzonti di significato. Il tema dell’educazione sessuale è presente all’interno delle materie scientifiche e vi sono specifici riferimenti sia nelle attuali Indicazioni nazionali sia in quelle nuove in vigore dal prossimo anno scolastico. Dalla scuola dell’infanzia alla scuola primaria, si parla di “saper riconoscere le principali differenze sessuali e di sviluppo”, di “acquisire le prime informazioni sulla riproduzione e la sessualità”. Alle medie, in biologia si trattano anche l’anatomia e la fisiologia dell’uomo, lo sviluppo puberale. Gli interventi di promozione e di educazione alla salute con gli adolescenti rientrano, da diversi anni, nelle competenze dell’Ausl Vda e si è cercato progressivamente di arricchire i progetti, offrendo agli adolescenti un’esperienza di partecipazione attiva e condivisa. La sessualità in adolescenza è al centro dell’interesse sanitario per almeno tre tipi di rischi: contrarre malattie, contrarre gravidanze indesiderate e/o precoci, essere coinvolti in rapporti sessuali troppo precocemente. La motivazione del progetto consiste quindi nel continuare a offrire alle scuole medie corsi sulla sessualità adolescenziale, così come avviene da più di dieci anni, con buon consenso di gran parte delle istituzioni scolastiche della Valle; proseguire con un’offerta (sul tema della sessualità) coerente con quella della scuola superiore, da parte del consultorio adolescenti; utilizzare le risorse ostetriche (come avvenuto nei primi 6 – 7 anni di attivazione dei corsi), in modo da poter affrontare tematiche tecniche e informative sulla sessualità».
Guichardaz: l’obiettivo è una scuola libera, capace di costruire consapevolezza
«Alla fine – ha osservato il capogruppo Guichardaz – la domanda è semplice: che scuola vogliamo? La risposta, non è solo giuridica, ma profondamente politica. Il Governo nazionale sta cercando di mettere la sordina su tutto ciò che riguarda affettività, corporeità e libertà individuali, limitando il ruolo educativo della scuola ogni volta che emergono temi complessi, evocando presunte ideologie gender o woke che non hanno alcuna attinenza con i percorsi reali presenti nelle aule. Nel mondo reale, le famiglie sono le prime a chiedere aiuto: sanno di non avere sempre gli strumenti e chiedono alla scuola interventi seri e professionali. Una scuola che non affronta questi temi abdica al suo compito fondamentale: formare persone e cittadini, non solo studenti. In Valle d’Aosta continueremo a difendere una scuola libera, competente e capace di costruire consapevolezza».
(re.aostanews.it)
