Aosta, tutto il consiglio unito per la lotta alla violenza sulle donne
comuni
di Alessandro Bianchet  
il 27/11/2025

Aosta, tutto il consiglio unito per la lotta alla violenza sulle donne

Approvata all'unanimità una mozione emendata, presentata in origine da Renaissance, che punta a sviluppare iniziative di sensibilizzazione, coinvolgimento di reti e associazioni e scuole

L’intero consiglio comunale di Aosta, dopo ore di discussioni e varie limature, si è espresso contro la violenza sulle donne.

E l’assise del capoluogo ha fatto questo, a pochi giorni dalla Giornata mondiale contro la violenza sulle donne del 25 novembre, approvando una mozione unitaria che prevede diversi impegni.

Violenza sulle donne: gli impegni del Consiglio

La mozione unitaria prevede i seguenti impegni per sindaco e giunta:

– sostenere e coordinare iniziative di sensibilizzazione, informazione e prevenzione rivolte alla cittadinanza, in collaborazione con la Regione, le istituzioni scolastiche, il Terzo Settore e le Forze dell’Ordine, valorizzando i servizi territoriali dedicati al supporto delle persone che subiscono violenza e promuovendo una cultura del rispetto e delle pari opportunità.

– valutare, nell’ambito delle funzioni comunali di sicurezza urbana e cura degli spazi pubblici, interventi mirati a migliorare la fruibilità, l’accessibilità e la percezione di sicurezza.

– favorire, nel rispetto dell’autonomia scolastica, una progettualità che contrasti stereotipi e discriminazioni, e che promuovano relazioni basate sul rispetto reciproco.

– presentare annualmente alla Commissione competente, in occasione del 25 novembre, una breve relazione sulle attività svolte e sulle collaborazioni attivate nel corso dell’anno, anche al fine di aggiornare successivamente le priorità di intervento.

Violenza sulle donne, il dibattito

L’intero dibattito sulla violenza di genere è nato dalla presentazione della mozione di Renaissance, introdotta da Cristina Dattola, che ha ricordato i 104 accessi al pronto soccorso aostano per violenze sulle donne.

«Mi viene da pensare che molte non abbiano nemmeno la possibilità di recarsi – analizza Dattola -. Negli anni sono stati fatti passi avanti, ma bisogna lavorare prima di tutto sulla prevenzione, partendo dalla scuola primaria».

Evidenziando come per gli insegnanti gli episodi difficili siano all’ordine del giorno, Dattola sottolinea l’importanza della «gestione della crescita emotiva e della gestione delle violenza».

La consigliera di Renaissance chiede anche che le donne «si trovino più sicure a passeggiare in certe zone della città», ma anche di «potenziare la videosorveglianza e l’illuminazione, perché una città illuminata è più sicura e migliora la qualità della vita».

Ecco quindi la richiesta di coinvolgimento «di tutta la società, con azioni concrete in caso di testimonianze e sostegno alle vittime che segnalano, con potenziamento delle strutture di protezione».

La vice sindaca: «Violenza contro le donne non è un fatto privato»

Rincara la dose la vice sindaca Valeria Fadda, che ricorda come la «violenza contro le donne non è un fatto privato, una cosa improvvisa, ma un fenomeno strutturale di potere, come dimostrato da diversi studi – introduce -. Il problema non è naturale né inevitabile, ma culturale e frutto di una società che per troppo tempo ha tollerato la disuguaglianza».

Ecco quindi la volontà di esprimere «un concetto chiaro: la violenza maschile contro le donne è un problema politico e richiede risposte politiche, un lavoro serio – continua -. Le denunce sono ferme al 10%, la fiducia nelle forze dell’ordine è calata, molte donne non si sentono protette: la violenza, insomma, non si combatte solo in tribunale, ma prevenenendo e riequilibrando i rapporti di potere e sostenendo i servizi. Da noi, centri e cittadinanza attiva fanno tanto e l’amministrazione deve valorizzarle senza invaderle».

Violenza sulle donne: il dibattito

Dopo varie pause e con qualche limatura qua e là, come detto, tutto il consiglio ha trovato un accordo per condividere la mozione.

«L’argomento è unanimemente condiviso in quanto a importanza – sottolinea il capogruppo di Renaissance, Giovanni Girardini -. Da fuori non si capisce la discussione infinita su una parola, ma noi sappiamo che ci sono tante sensibilità a livello politico e ideologico. Bello è, in questo frangente, che si sia trovato un equilibrio per sostenere ciò in cui tutti crediamo».

Katya Foletto (Avs) si dice «contenta della sintesi, pur con una visione differente tra le varie sensibilità – dice Foletto -. È importante che il consiglio abbia dimostrato di riuscire ad arrivare a una sintesi importante».

Nicolò Carlo Munier (SA-RV) ribadisce la «sensibilità per una vera e propria piaga sociale – argomenta -. Basta inondare i social solo il 25 novembre, ma dobbiamo farlo tutti giorni. E basta richiedere solo solidarietà, ma dobbiamo chiedere leggi più dure, anche se non bastano: serve una forte educazione nelle scuole».

Sylvie Spirli (Lega) si dice «molto soddisfatta del risultato raggiunto su un tema che non deve dividere il paese e tantomeno la classe politica – commenta -. Penso che quest’aula, ancora una volta, al di là delle diverse sensibilità, su temi importanti sa venirsi incontro. Purtroppo, però, nonostante gli inasprimenti legislativi, l’argomento persiste e i casi aumentano: e molte donne, ancora, hanno paura di denunciare».

Giuseppe Manuel Cipollone (Fratelli d’Italia) ricorda i «passi avanti» fatti dal Governo nazionale (vedi approvazione della legge sul femminicidio) e prova ad accendere un po’ di speranza, legando l’aumento dei numeri al fatto che «le donne denunciano di più – dice -. L’attenzione sulla violenza deve essere sempre elevata, ma viviamo in uno stato liberale e uno dei suoi principi è quello che le colpe sono sempre individuali. Basta trasferire tali colpe individuali su colpe collettive».

Sara Timpano, consigliera del Pd, ritiene il voto «molto importante – dice -. La violenza sulle donne è inaccettabile ed è doveroso, da parte di una pubblica amministrazione, dire che non ci sta. Dietro i femminicidi ci sono tanti altri segni di violenza, tutte condizioni che minano senso di libertà e sicurezza e vanno affrontati».

In chiusura, la vice sindaca Valeria Fadda si toglie comunque un sassolino.

«Dispiace sacrificare due parti fondamentali della mozione, come l’impegno nella promozione delle donne nella vita sociale ed economica – conclude -. Ce l’abbiamo nel programma di governo e lo porteremo avanti».

E punge.

«Vero che la responsabilità è individuale, ma la cultura è collettiva».

(al.bi.)

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