Biagio Maimone, Rete Mondiale Turismo Religioso: “Il turismo religioso strumento di pace, dialogo e contrasto alla povertà”
Roma, 5 dic. – «Il turismo religioso rappresenta una delle più elevate forme di esperienza antropologica, culturale e spirituale, in cui il viaggio fisico si trasforma in cammino dell’anima e il pellegrinaggio diventa occasione di incontro, dialogo e costruzione di ponti tra culture, religioni e popoli. In questo percorso, il pellegrino riconosce nell’altro un fratello, e nel mondo un mosaico di comunità chiamate alla comunione, mentre ogni esperienza di incontro si configura come opportunità per promuovere la pace, la fraternità e contrastare ogni forma di povertà, morale, materiale e culturale»
ha dichiarato Biagio Maimone, Coordinatore per l’Italia della Rete Mondiale del Turismo Religioso, il quale ha aggiunto «Il turismo religioso è innanzitutto veicolo di pace. La sua forza risiede nella capacità di rendere concreto il dialogo interculturale e interreligioso, offrendo uno spazio in cui le differenze non generano conflitto, ma arricchiscono. Ogni pellegrinaggio si configura come un percorso educativo e formativo, in cui tolleranza, comprensione e fraternità universale si esercitano nella concretezza dell’incontro».
«Alla luce del magistero sociale della Chiesa, avviato da Papa Leone XIII e sviluppato dal pontificato missionario della Chiesa universale, il turismo religioso si pone come incarnazione concreta della Dottrina Sociale. Papa Leone XIII, con la sua visione di una Chiesa attenta alle condizioni materiali e spirituali dell’uomo, ha indicato la strada affinché la fede si trasformi in cultura, la contemplazione in azione sociale, e la spiritualità diventi motore di sviluppo umano integrale. Il turismo religioso, concepito come cammino dell’anima, integra ragione e fede, responsabilità etica e contemplazione, generando una sintesi dinamica in cui l’esperienza del viaggio diventa occasione di formazione morale, sociale e spirituale»
«Il turismo religioso produce insieme ricchezza spirituale ed economica», continua Maimone. «Esso abbatte le barriere generate dalla povertà morale e promuove un’economia solidale, virtuosa e inclusiva. Non esclude, ma integra; non separa, ma unisce; non impoverisce, ma valorizza la dignità della persona e la capacità di costruire comunità resilienti e pacificate»
«Nel quadro dell’umanesimo filosofico e teologico», aggiunge Maimone, «il turismo religioso assume la forma di risposta etica e spirituale alla povertà, alla violenza e alle ingiustizie. Il pellegrinaggio diventa cammino della carità concreta, illuminato dalla Chiesa del dialogo di Papa Francesco e dalla Laudato si’, che invita a custodire il creato, promuovere la fraternità universale e costruire relazioni autentiche tra popoli. In questa prospettiva, il turismo religioso si configura come forma contemporanea della Chiesa missionaria, capace di testimoniare la fede attraverso gesti concreti di inclusione, dialogo e cooperazione sociale».
Maimone sottolinea come questa visione trovi radici nella sua esperienza presso l’Associazione Bambino Gesù del Cairo, guidata da Mons. Yoannis Lahzi Gaid, già Segretario personale di Papa Francesco, nata a seguito della firma del Documento sulla Pace e la Fratellanza Umana ad Abu Dhabi. «L’Associazione e la realizzazione della Casa della Famiglia Abramitica, con Chiesa, Moschea e Sinagoga poste l’una di fronte all’altra, rappresentano simbolo tangibile di come il dialogo interreligioso possa tradursi in esperienza concreta e di come il turismo religioso possa diventare piattaforma stabile di incontro, conoscenza reciproca e cooperazione».
«Il pellegrino, attraverso l’esperienza diretta del viaggio e dell’incontro con le comunità locali, esercita la solidarietà, apprende la tolleranza e contribuisce a costruire un tessuto di relazioni fraterne e durature. Questo cammino educativo e spirituale trasforma ogni pellegrinaggio in autentico strumento di inclusione e di pace».
Fondamentale nella formazione di Maimone è stata anche l’esperienza francescana presso il Convento Sant’Angelo di Milano, che ha orientato il suo pensiero verso un’idea di pellegrinaggio capace di creare ponti tra culture, lingue e tradizioni, contrastando povertà e conflitti. «Lo spirito di San Francesco, fondato sulla povertà evangelica e sull’incontro con l’altro, ispira un modello di turismo religioso in cui la dimensione spirituale diventa motore di sviluppo umano integrale», afferma.
«Il turismo religioso – conclude Maimone – è teologia in movimento, filosofia del viaggio, antropologia della trascendenza. È cammino dell’anima verso Dio attraverso bellezza, cultura e solidarietà. È ponte tra popoli e religioni, strumento di inclusione e dialogo, veicolo di pace e di lotta contro la povertà morale, materiale e culturale. Ogni pellegrinaggio diventa occasione concreta per edificare la fraternità universale, promuovere lo sviluppo umano integrale e contrastare le guerre fratricide e le divisioni sociali. In questo senso, il turismo religioso rappresenta una forma concreta della Chiesa missionaria contemporanea, capace di rendere visibile la fede attraverso gesti di apertura, solidarietà e cooperazione globale».
