In 2025 frena spesa beni durevoli: si spende più ma si compra meno del 2019
Milano, 17 dic. (askanews) – Il 2025 per i beni durevoli sarà un anno col segno meno: secondo i dati riportati dall’Osservatorio Findomestic, in collaborazione con Prometeia, l’anno si sta per chiudere con un calo a valore del 2,4% a 77,1 miliardi, che nasconde una riduzione dei volumi del 2,3% a fronte di prezzi sostanzialmente stabili (-0,1%). Se il confronto si allarga all’anno precedente al Covid, il mercato resta comunque su livelli più alti ma come ha sottolineato Claudio Bardazzi, responsabile dell’Osservatorio nel corso della presentazione, “si spende oggi molto di più che nel pre-pandemia per comprare di meno, si spende l’11,4% in più per comprare a volume il 6,8% in meno. Se oggi si spende di più per comprare tecnologia arredo, veicoli non significa che si compra di più ma lo si deve alla crescita dei prezzi medi di acquisto che sfiora il 20%”.
A determinare la flessione è il comparto della mobilità che vale da solo il 57% della spesa delle famiglie in beni durevoli. Dopo due anni in cui aveva trainato i consumi, ora frena, con le auto nuove in calo del 9% a valore. La casa – mobili e tecnologia – resta invece dal 2023 in uno stallo definito dallo stesso Bardazzi “fisiologico”, dopo l’exploit del triennio post-pandemico, quando avevamo riscoperto la centralità della casa.
Se l’Italia rallenta, ogni regione lo fa in modo differente. In Trentino-Alto Adige, dove i redditi restano elevati e il clima economico è meno nervoso, il calo si ferma allo 0,7%, il migliore d’Italia. Tengono Sicilia e Liguria, entrambe ferme a -1,3%: due territori lontani geograficamente ma accomunati da una domanda interna che resiste. All’opposto, in Basilicata il mercato dei durevoli cede il 4%: una flessione che non è solo statistica ma strutturale, fatta di consumi fragili e poca spinta demografica. Il rallentamento è stato consistente anche in Piemonte (-3,5%), Molise (-3,3%), Abruzzo e Lazio (entrambe -2,8%). Sul piano dei valori assoluti, la Lombardia, dove il calo è del 2,6%, la spesa è pari a 15,4 miliardi, il 20% della spesa nazionale in beni durevoli, più del doppio del Lazio, che segue a 7,5 e questo anche perchè in Lombardia “sono più del doppio delle persone che vivono nelle regioni che la seguono”
