Jojob: “Con solo lo 0,2% del costo del TPL, l’Italia potrebbe far viaggiare in carpooling 16 milioni di passeggeri”
AskaNews
di Marketing Administrator  
il 17/12/2025

Jojob: “Con solo lo 0,2% del costo del TPL, l’Italia potrebbe far viaggiare in carpooling 16 milioni di passeggeri”

Roma, 17 dic. – L’attuale manovra finanziaria (Legge di Bilancio 2025 e in discussione per il 2026) sta affrontando il nodo cruciale del finanziamento del Trasporto Pubblico Locale (TPL), con Regioni e associazioni di settore che chiedono un intervento strutturale a supporto della mobilità di massa e sostenibile che rischia tagli molto gravi. Secondo le stime elaborate da Jojob Real Time Carpooling – servizio di carpooling per pendolari nato con l’obiettivo di agevolare gli spostamenti quotidiani – destinare al carpooling territoriale appena lo 0,2% degli 8 miliardi di euro di investimenti pubblici annui del TPL, pari a circa 16 milioni di euro, consentirebbe di creare un cuscinetto in grado di assorbire parte dei tagli stessi, attivando un vero e proprio trasporto pubblico integrativo e senza bisogno di nuove infrastrutture.
Questa quota estremamente contenuta di risorse permetterebbe infatti di realizzare fino a 16 milioni di viaggi grazie alla condivisione di mezzi privati, togliere fino a 16 milioni di auto dalle strade e generare circa 32 milioni di euro di risparmio sui costi di viaggio sostenuti dagli automobilisti. Un risultato che equivale, nei fatti, a introdurre una forma di trasporto pubblico gratuito senza aumentare la spesa complessiva del sistema e che eviterebbe inoltre emissioni in atmosfera fino a 59.000 t di COâ‚‚.
Questo modello, già testato con successo in diverse città italiane come Torino, Firenze, Brescia e Lecce, si basa su un sistema di incentivi che trasforma il carpooling da scelta individuale a servizio di interesse collettivo: grazie agli incentivi aziendali e territoriali i viaggi dei passeggeri possono diventare gratuiti e compensare i costi di percorrenza per chi mette a disposizione il proprio veicolo. Un eventuale coinvolgimento pubblico consentirebbe di estendere ulteriormente le distanze coperte, rafforzando il ruolo del carpooling come strumento di connessione stabile tra aree periferiche, imprese e infrastrutture di mobilità.
A differenza di quanto avviene oggi in Italia, in Francia il carpooling è già stato riconosciuto come uno strumento strutturale delle politiche di mobilità sostenibile. Con la Loi d’Orientation des Mobilités (LOM) è stato introdotto un sistema nazionale di incentivazione che attribuisce un ruolo centrale alle aziende: il datore di lavoro può riconoscere ai dipendenti che utilizzano il carpooling per il tragitto casa-lavoro, insieme ad altre modalità di trasporto sostenibili, un contributo esentasse e decontribuito. Gli incentivi possono arrivare fino a 800 euro l’anno per i dipendenti del settore privato e fino a 300 euro l’anno per il settore pubblico, configurandosi come una misura stabile, nazionale e strutturale pensata per orientare i comportamenti di mobilità nel medio-lungo periodo. La Francia considera così il carpooling un vero pilastro della mobilità di massa, sostenendolo con un incentivo economico certo e fiscalmente vantaggioso. In Italia, al contrario, il carpooling non è ancora stato tradotto in una politica nazionale organica, ma resta affidato a interventi frammentati e sperimentali che non consentono di raggiungere una reale scala di impatto.

Ogni anno, il TPL italiano garantisce oltre 5 miliardi di spostamenti, coinvolgendo 117 mila addetti, ma è legato a una forte dipendenza dai finanziamenti pubblici: infatti, a fronte degli 8 miliardi di euro di investimenti statali annui, il ricavo ottenuto dalla vendita dei titoli di viaggio è di soli 4 miliardi di euro, per un costo complessivo di circa 12 miliardi l’anno. Il trasporto pubblico locale rappresenta senza dubbio una delle infrastrutture strategiche del sistema Paese ma, ad oggi, è anche uno dei settori dove emerge più chiaramente la distanza tra obiettivi dichiarati e strumenti messi in campo. Da anni il dibattito politico sulla mobilità ruota intorno alla necessità di nuove risorse, mentre resta più debole il confronto su come rendere più efficiente, integrato e condiviso l’utilizzo di quelle già disponibili.
“I dati mostrano come, a fronte di una spesa pubblica significativa per il trasporto tradizionale, esistano margini concreti per attivare modelli più efficienti come il carpooling”, ha dichiarato Gerard Albertengo, CEO di Jojob. “Con appena lo 0,2% delle risorse oggi destinate al TPL sarebbe possibile finanziare fino a un milione di viaggi per regione, con un costo medio di circa 1,20 euro per passeggero, in parte restituito ai cittadini sotto forma di incentivo. Un sistema che renderebbe gratuiti i primi 10 chilometri, riducendo il costo effettivo a circa 20 centesimi per passeggero e dimostrando come il carpooling possa diventare una soluzione concreta, scalabile e integrabile con il trasporto pubblico”.
Negli ultimi anni, l’aumento dei costi energetici e operativi unito a una domanda di mobilità ormai stabilmente al di sotto dei livelli pre-pandemia, hanno ulteriormente indebolito il settore, rendendo sempre più difficile garantire servizi nelle aree extraurbane e di ultimo miglio. In questo contesto la recente manovra finanziaria, che riduce le risorse destinate alla mobilità sostenibile senza prevedere strumenti specifici per la mobilità condivisa, rappresenta un segnale critico. Il rischio è quello di accentuare le fragilità del sistema, soprattutto nelle aree extraurbane, rinunciando a soluzioni complementari come il carpooling e continuando a intervenire solo in chiave emergenziale, con effetti negativi sull’accessibilità e sull’efficacia complessiva delle politiche di mobilità.
“È in questo contesto critico che il carpooling certificato si propone come leva complementare al trasporto pubblico locale”, prosegue Albertengo. “A differenza di interventi infrastrutturali complessi e ad alta intensità di capitale, il carpooling consente di attivare capacità di trasporto immediatamente disponibili, utilizzando veicoli privati che oggi circolano spesso con un solo occupante. Un approccio che permette di intercettare una domanda reale di mobilità, oggi non pienamente soddisfatta dal TPL in particolare nelle aree extraurbane e nei collegamenti verso poli produttivi, universitari e nodi infrastrutturali. Investire con questa visione – conclude – permetterebbe di contrastare anche lo spopolamento delle aree interne e ridurre la pressione sulle metropoli offrendo ai cittadini un’alternativa valida all’utilizzo privato dell’auto su tutto il territorio nazionale”.

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