Aosta, la vice sindaca: «l’educazione all’affettività è una battaglia di civiltà che parla di libertà»
La vice sindaca di Aosta Valeria Fadda
Aosta, ATTUALITA', comuni
di Cinzia Timpano  
il 30/12/2025

Aosta, la vice sindaca: «l’educazione all’affettività è una battaglia di civiltà che parla di libertà»

Durante la seduta fiume dedicata all'approvazione del bilancio e del Dup si è parlato di progetti formativi, scuola e affettività attraverso una mozione del gruppo La Renaissance

Aosta, la vice sindaca: «l’educazione all’affettività è una battaglia di civiltà che parla di libertà».

«L’educazione all’affettività è una scelta politica chiara, non un tema neutro né occasionale.
Ed è una scelta che il Comune di Aosta porta avanti da anni, con responsabilità e coerenza».

Così la vice sindaca Valeria Fadda è intervenuta ieri, durante i lavori del Consiglio, rispondendo alla mozione presentata dal gruppo La Renaissance in tema di progetti formativi, scuola e affettività sulla  quale la maggioranza si è astenuta.

Scuola pubblica inclusiva e attenta alle relazioni

«Negli ultimi cinque anni – afferma la vice sindaca – l’amministrazione comunale che ci ha preceduto ha sostenuto numerosi progetti su affettività e sessualità, inseriti nel catalogo educativo, lavorando in stretto raccordo con le scuole.
Questo dimostra che la delega all’istruzione non è mai stata vuota, ma ha espresso una visione precisa di scuola pubblica:inclusiva, attenta alle relazioni, capace di contrastare disuguaglianze, stereotipi e violenza».

«Politiche educative efficaci»

L’assessora all’Istruzione Alina Sapinet sottolinea il metodo scelto dall’amministrazione.

«Il Comune non ha competenza sui programmi scolastici e non intende sostituirsi alla scuola. Al contrario, riteniamo che temi come l’educazione all’affettività possanoessere affrontati solo attraverso una concertazione seria e rispettosa con la Sovraintendenza regionale agli Studi e con le singole istituzioni scolastiche.
È questo il terreno su cui si costruiscono politiche educative efficaci, non con imposizioni o scorciatoie».

«Una battaglia di civiltà»

«Per noi l’educazione all’affettività è una battaglia di civiltà – conclude la vice sindaca – perché parla di libertà, di autodeterminazione, di uguaglianza tra le persone e di rifiuto di ogni formadi violenza e di dominio.
È parte di un’idea di scuola pubblica che non lascia indietro nessuno e che forma cittadine e cittadini consapevoli, capaci di vivere le relazioni come spazio di rispetto e non di sopraffazione. È su questo terreno che continueremo a investire, con scelte politiche chiare, risorse e lavoro condiviso, perché il futuro della nostra comunità passa anche da qui».

(c.t.)

 

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