Legambiente preoccupata dalle polveri della Cogne di Aosta
L'associazione chiede ai decisori politici a quando le contromisure
Da uno studio comparativo delle Arpa di Valle d’Aosta, Umbria e Veneto emerge che nello stabilimento Cogne acciai speciali di Aosta «solo 8 tonnellate all’anno di polveri vengono convogliate dagli aspiratori verso i camini, mentre ben 200 tonnellate sfuggono e vengono quindi emesse senza essere filtrate». Allarmata dal dato emerso dalla riunione dell’Osservatorio comunale sulla qualità dell’aria, martedì 8 maggio, Legambiente Valle d’Aosta chiede a quando le contromisure.
La preoccupazione
Sottolinea come «l’installazione di impianti di aspirazione adeguati, prevista nell’estate 2019, è subordinata da Cas a uno studio di fattibilità. Che cosa accadrà se fosse certificata l’impossibilità di svolgere i lavori, perché i capannoni, che sappiamo essere vecchi, non lo consentono?». In questo caso «la Regione potrebbe, se necessario, intervenire?».
La Cas, nel corso della riunione aveva comunicato che «l’azienda ha predisposto interventi migliorativi di notevoli dimensioni sugli impianti di aspirazione. In base ad uno studio ha individuato alcune criticità per porre rimedio alle quali sarà necessario un ciclo molto ampio di modifiche agli impianti, che comporterà addirittura lo scoperchiamento del tetto dell’acciaieria e il fermo della produzione per quasi due mesi, previsto per l’estate del 2019».
L’appello
Legambiente lancia un appello alle dieci forze politiche in campo per le regionali del 20 maggio chiedendo loro «cosa pensano di fare da qui al 2019 (nella migliore delle ipotesi) per limitare le certificate emissioni diffuse dell’impianto? Se ritengono possibile investire per imboccare la direzione della sostenibilità ambientale dell’acciaieria, salvaguardando sia la salute dei cittadini che i posti di lavoro? Se credono, come noi e, ne siamo convinti, come moltissimi cittadini, che questa debba essere una priorità».
(re.newsveda.it)