Consiglio Valle: Lega e Rete civica chiedono a Rollandin di autosospendersi
Per la Lega gli atti votati da Rollandin saranno inficiati perché la Severino scatta nel giorno stesso della condanna
Il dibattito in Consiglio Valle si è focalizzato sulla condanna per corruzione di Augusto Rollandin. A dare il la il punto all’ordine del giorno sulla sua sostituzione alla vicepresidenza del Consiglio.
Autosospensione invocata
Invoca l’autosospensione di Rollandin Albero Bertin (Rete civica). Invito reiterato da Andrea Manfrin (Lega) «Vorrei che sponte sua il consigliere ridesse dignità a questa Assemblea e lasciasse quest’aula, permettesse a questo consiglio di lavorare liberamente e togliesse dall’imbarazzo la sua maggioranza».
Il voto di Rollandin rischioso
A inizio seduta aveva citato la legge Severino il capogruppo della Lega Valle d’Aosta per chiedere «che il consigliere Augusto Rollandin non venga calcolato nelle votazioni per non inficiare gli atti che usciranno da questo Consiglio». Richiesta negata e così motivata dal presidente del Consiglio Emily Rini. «L’efficacia decorre dalla notifica alla presidenza del Consiglio del decreto ministeriale di decadenza Fino a quel momento il consigliere è pienamente operativo».
«Noi oggi sappiamo che il consigliere è stato condannato il 28 marzo e da quella data partirà la legge Severino» ribatte Manfrin. Ricorda Rini che la stessa linea è stata adottata per le sospensioni di Raimondo Donzel, Carmela Fontana e Marco Viérin. Torna a ribadire Paolo Sammaritani la correttezza di quanto richiesto «abbiamo piena coscienza che gli atti votati saranno inficiati. Vi invito a riflettere».
Il dibattito
«Questo governo faccia normale amministrazione permettendo che entri in vigore la nuova legge elettorale. Poi, tutti a casa». E’ lapidario Luciano Mossa, capogruppo M5S. «Oggi vi prendete la responsabilità di fare votare il collega Rollandin condannato per corruzione. La gente non capisce perché Lei oggi sia qui dopo una condanna così grave. Lei collega Rollandin voterà una relazione che determinerà la sorte di una delle più importanti società: la Cva. I valdostani lo devono sapere».
Diritto di difesa
«Visto l’esito della sentenza di primo grado credo sia diritto per tutti di potersi difendere. Mi sono dimesso per responsabilità dall’incarico di vicepresidente. Penso che sia un diritto potermi difendere. Spero di dimostrare la mia estraneità ai fatti. Ho rispetto quest’aula e anche fuori continuerò a lavorare per il bene della comunità». Interviene Augusto Rollandin.
Altri interventi
«Il luogo dove si progetta il futuro della Valle d’Aosta è intaccato. Queste nuove vicende giudiziarie gettano discredito e sfiducia su tutto il mondo politico. Questa maggioranza è totalmente delegittimata» tuona Roberto Luboz (Lega).
«Per una parte dei valdostani con oggi finisce un incubo durato 40 anni in cui si è permesso l’ingresso della criminalità organizzata nella politica e la decadenza della morale. La politica si è ridotta a una mera caccia al consenso. Adesso è necessaria un’opera di ricostruzione. In una curva (Rollandin) è andato lungo ed è finto con l’assaggiare la polvere. La carriera del pilota è finita» sentenzia Stefano Ferrero, capogruppo di Mouv’.
«La politica deve occuparsi dell’etica pubblica, espellendo ambiguità, clientelismi, affarismi». Ma per Daria Pulz (Adu) la strada non è quella di strumentalizzare la condanna di Rollandin. «Le sentenze penali le scrivono i giudici; la politica si occupi di ciò che le compete. Il profilo di Rollandin era noto a tutti. Tuttavia c’è chi con Lui ha formato l’ennesima maggioranza. Qui siamo di fronte a una crisi istituzionale abnorme. In questo Consiglio abbiamo trovato il nostro agnello sacrificale. I problemi possono scomparire perché è stato punito il più malvagio dei malvagi? Quantomeno è delegittimata la maggioranza».
(danila chenal)