Corruzione a Valtournenche: sequestrato il bar Rocce Nere
La struttura è di proprietà dalla Cervino SpA; secondo quanto accertato dai Carabinieri, la struttura non rispetta i vincoli imposti dal Piano Regolatore.
Corruzione a Valtournenche: I carabinieri della compagnia di Chatillon e Saint-Vincent hanno apposto i sigilli al bar Rocce Nere di Cervinia, gestito dalla Cervino spa. La struttura, secondo gli investigatori, è al centro di una lottizzazione abusiva.
Questa mattina, carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Saint-Vincent e Châtillon e della stazione di Breuil Cervinia hanno dato esecuzione al sequestro preventivo dell’immobile che ospita il bar in località Plan Maison.
Secondo quanto emerso nel corso dell’indagine ‘Do ut Des’ dei Carabinierei – che si è conclusa nel mese di novembre 2018 – la struttura era stata costruita superando alcuni vincoli in altezza imposti dal piano regolatore (non superiore a 9 metri) e non aveva rispettato la possibilità di costruire non più di due piani fuori terra.
Il provvedimento è stato emesso dal gip di Aosta, Giuseppe Colazingari, su richiesta del pm Luca Ceccanti, nell’ambito dell’inchiesta sulla corruzione in appalti pubblici che ha per epicentro il comune di Valtournenche.
Il decreto di sequestro preventivo
Nel decreto firmato dal gip vi sono i nomi di sei indagati per abuso edilizio. Si tratta di Fabio Chiavazza (capo dell’ufficio tecnico di Valtournenche, in carcere da novembre), Federico Maquignaz (presidente della Cervino spa; risultava già iscirtto nel registro degli indagati), Enrico Giovanni Vigna (amministratore unico della ditta appaltatrice Ivies spa), Ivan Voyat (amministratore unico della ditta Edilvi costruzioni srl, esecutore dei lavori e subappaltatore), Luca Frutaz (amministratore della Chenevrier spa e subappaltatore), Marco Zavattaro in qualità di direttore dei lavori.
Secondo la Procura della Repubblica di Aosta, i sei (in concorso tra loro), «eseguivano (..) senza i necessari titoli abilitativi e comunque sulla base del titolo abilitativo rilasciato dal Suel della Valle d’Aosta, palesemente illegittimo in quanto affetto da numerose violazioni degli strumenti urbanistici comunali, un immobile da adibire a bar ristorante». L’immobile sarebbe da definirsi «come nuova costruzione, con diversa volumetria e sagoma, con altezza di 12,5 metri (quindi superiore a quella massima di 9 metri), nonché con quattro piano fuori terra, superiori a quelli previsiti».
Inoltre, Chiavazza e Maquignaz «deliberavano, attuavano e concludevano un patto corruttivo connotato (..) dalla percezione di utilità da parte di Maquignaz consistente nell’esecuzione dei lavori di nuova costruzione e/o ristrutturazione dell’immobile denominato “Rocce Nere” gestito dalla Cervino spa attraverso il compimento di atti contrari ai doveri d’ufficio da parte di Chiavazza e, quale emolumenti corrispettivi, dalla percezione di utilità economiche (allo stato da determinare) da parte di Chiavazza per il compimento di atti contrari ai propri doveri d’ufficio e, in via continuativa e generale, per un utilizzo strumentale e servente del proprio ruolo pubblico a vantaggio degli interessi della Cervino spa e quindi di Maquignaz». Chiavazza e Maquignaz, restano quindi indagati per concorso in corruzione per un atto contrario ai doveri d’ufficio.
L’inchiesta
L’inchiesta si basa su appalti pubblici addomesticati, conditi da concussione, corruzione, abuso d’ufficio, falso e turbata libertà della procedura di scelta del contraente.
Il tutto con cuore del “malaffare” individuato a Valtournenche, con varie ramificazioni, e fulcro dell’inchiesta – secondo l’accusa – Fabio Chiavazza, 48 anni, geometra residente a Challand-Saint-Victor, responsabile dell’ufficio tecnico di Valtournenche dal 2016 ai primi mesi del 2018 e in precedenza a Saint-Pierre.
Oltre a Chiavazza, che da novembre si trova in stato di detenzione, tra i destinatari della misura cautelare figurano anche tre soci amministratori della Edilvu Srl (impresa edile); si tratta di Ivan Vuillermin, Loreno Vuillermin e Renza Dondeynaz.
I tre erano finiti agli arresti domiciliari in quanto «ampiamente e ripetutamente hanno goduto della disponibilità di Chiavazza a strumentalizzare il proprio ufficio per aggiudicarsi numerosi lavori», con un ipotizzato giro di mazzette da circa 50 mila euro in cambio di lavori. Le misure cautelari dell’obbligo di dimora e dell’obbligo di firma alla Polizia giudiziaria avevano invece raggiunto quattro liberi professionisti: gli ingegneri Corrado Trasino di Aosta e Adriano Passalenti (funzionario Anas), Stefano Rossi di Piacenza e Rosario Andrea Benincasa Di Caravacio, di Torino.
Altresì indagati, a inizio dicembre, risultavano l’ex candidato del Movimento 5 stelle alle ultime Regionali, l’ingegnere Paolo Carotenuto, 65 anni, accusato di «tentata corruzione elettorale», il presidente della Cervino spa, Federico Maquignaz (corruzione), l’architetto Ezio Alliod di Verrès, l’addetta all’ufficio tecnico del Comune di Valtournenche Cristina Camaschella (sorella dell’ex sindaco Deborah Camaschella), Nicolò Bertini (legale rappresentante della ditta Bertini Aosta srl di Issogne), e l’ingegnere Giuseppe Zinghinì.
Nella foto, i carabinieri appongono i sigilli al noto locale Rocce Nere di Plan Maison.
(fe.do.)