Tor des géants: Oliviero Bosatelli cala il bis
Il gigante bergamasco mette le mani sul TorX ed entra nel ristrettissimo club di chi ha vinto la massacrante maratona sulle Alpi valdostane per due volte
Oliviero Bostelli padrone del TorX, la decima edizione del Tor des Géants.
È il gigante di Bergamo il dominatore della massacrante maratona sulle Alte vie della Valle d’Aosta, che dopo 330 chilometri e oltre 24 mila metri di dislivello positivo ha visto il Bosa concedere il bis dopo il successo del 2016, tagliando il traguardo in tre giorni 37’13”.
Folla all’arrivo
Era da poco passato mezzogiorno e mezzo, quando il fenomeno del team E-Rock è atterrato sul traguardo del Jardin de l’Ange, accolto da una vera e propria ovazione.
Un salto liberatorio, un’esultanza, poi di nuovo indietro a stringere mani, farsi abbracciare, ringraziare quanti lo hanno sostenuto in questa seconda impresa.
E poi di nuovo sotto il traguardo, a ricevere l’abbraccio di Alessandra Nicoletti, patron dei VdA Trailers, e collana di fiori al collo per sancire l’ingresso nella storia di Bosa, ora anche lui nel ristretto novero dei doppi vincitori del Tor.
Insieme a lui, infatti, il solo Franco Collé, protagonista mancato di questa edizione, ritiratosi nella mattinata di lunedì a causa di un brutto problema all’occhio.
La gara
Ma torniamo a celebrare l’impresa di Oliviero Bosatelli, che dopo il clamoroso testa a testa con Romain Olivier, nella giornata di martedì ha alzato i giri del motore, incamerando un vantaggio superiore alle 4 ore in vista dell’ultima notte di gara che lo ha condotto alla passerella trionfale di Courmayeur.
Gli altri
Alle spalle del Bosa continua la cavalcata verso il secondo posto di un acciaccato Galen Reynolds, seguito dal transalpino Olivier Romain.
Il gigante Oliviero Bosatelli
«Volevo fare il Tor des glaciers, ma i posti erano occupati, quindi ho deciso di tornare a questa gara per il quarto anno – ha commentato al nostro inviato Davide Pellegrino il gigante Oliviero Bosatelli appena tagliato un traguardo che porta il suo palmarès a due vittorie, un secondo e un quarto posto -. Quattro anni fa ero arrivato quasi come principiante, ero praticamente sconosciuto dalla maggior parte dei valdostani e con stupore sono arrivato primo, poi sono tornato».
Le emozioni sono tante ed è difficile fare un paragone con la precedente impresa. «Quando si taglia il traguardo in gare di questa tipologia, in cui devi mettere anima e corpo, sacrificio mentale e fisico, non c’è una gara migliore. La differenza sta nel come arrivi – dice ancora Bosa -. Sapevo che i miei avversari erano indietro e me la sono presa con calma. Questa volta non mi sono nemmeno fermato a mangiare al Bertone: non avevo fame, sapevo che mi aspettavano e sono sceso».
Uno sguardo va già al futuro. «Dicono che le gare lunghe sono ideali per una certa età – conclude il re dei Giganti 2019 -, forse per me è anche troppo. In tanti mi avevano detto di accontentarmi e rassegnarmi, avevo già vinto e il mio l’avevo già fatto; invece, non c’è mai da demordere nella vita».
Bosa trova anche la forza per una battuta. «Adesso per qualche giorno non mi parlate di Tor come gara, perché se mi chiedi di farne un altro ti dico sicuramente di no – si congeda -. Ora me lo godo poi si vedrà».
(alessandro bianchet)