Coronavirus: rispunta la nomina di un commissario; Testolin ribadisce il no
La quinta commissione consiliare rilancia e punta sul Consiglio Valle
Coronavirus. Rispunta in quinta Commissione consiliare la richiesta di nomina di un commissario per l’emergenza. Il presidente della Valle d’Aosta torna a dire no. Consiglieri non convinti richiamano la sovranità del Consiglio che potrà fare valere le sue istanze.
Il commento
Riferisce la presidente della quinta Commissione, Patrizia Morelli. «La nostra proposta di nominare un Commissario straordinario regionale che si occupi del coordinamento di tutte le parti che intervengono nella gestione di questa emergenza (Protezione civile, Azienda Usl, Assessorato, associazioni, fondazioni, volontari) non è stata accolta». Prosegue. «Il Presidente Testolin ha specificato che questa figura non è prevista e non è prevedibile nel percorso messo in atto per la gestione dell’emergenza e, a fronte di una situazione di criticità che sta raggiungendo il suo apice, si è ritenuto di non cambiare l’organizzazione in corsa, preferendo una continuità di azione identificata nel Capo della Protezione civile, che cura anche il coordinamento con le altre regioni, e nel Commissario sanitario, che coordina le attività sia in ospedale sia sul territorio».
La parola (forse) al Consiglio
«Come singoli Consiglieri a fronte delle caratteristiche di un sistema sostanzialmente ospedalecentrico emerse durante l’audizione, abbiamo invitato il presidente Testolin a fare una ulteriore riflessione in merito. Fermo restando che, in seguito alle valutazioni che i singoli gruppi vorranno fare, il Consiglio, ancorché in situazione di prorogatio, potrà fare valere democraticamente le sue istanze. Abbiamo comunque rilevato la volontà del Presidente di comunicare di più e meglio con il Consiglio. E’ stata quindi adottata la proposta della presidente Emily Rini di avere un momento di condivisione tra le due presidenze e i capigruppo, perché il confronto deve essere costante, al fine di evitare un cortocircuito comunicativo che non fa bene a nessuno, né ai cittadini nella comprensione dell’emergenza, né alla politica nella sua gestione diretta e indiretta».
(re.aostanews.it)