Tragedia in volo: domani a Catania i funerali di Gioele Bravo e del suo istruttore
Nella Cattedrale di sant'Agata, venerdì 5 giugno, alle 16, l'addìo al giovane quartin e al suo istruttore Stefano Baldo, a quasi quattro mesi dal tragico schianto del velivolo, durante un volo di addestramento.
Tragedia in volo: domani a Catania i funerali di Gioele Bravo e del suo istruttore Stefano Baldo.
A quasi quattro mesi dalla tragedia – era il 12 febbraio scorso – le famiglie Bravo e Baldo potranno finalmente celebrare l’ultimo saluto a Gioele e Stefano.
Domani, venerdì 5 giugno, la cerimonia funebre si terrà nella Cattedrale di sant’Agata, alle ore 16.
Tragedia in volo
Il giovane di Quart, allievo dell’Istituto Tecnico Aeronautico Ferrarin di Catania e il suo istruttore Stefano Baldo avevano perso la vita il 12 febbraio scorso, quando il velivolo sportivo Tecnam P2002, decollato dall’aeroclub di Catania, si era schiantato nella campagna di Carlentini, nel siracusano.
La procura di Siracusa aveva ordinato ordinato le autopsie e aperto un’inchiesta, affidata al pubblico ministero Andrea Palmieri.
Gli inquirenti non avevano escluso alcuna ipotesi, un errore umano, una manovra errata oppure un cedimento meccanico del velivolo.
La famiglia Bravo – papà Piero, pilota di linea, mamma Alessia, hostess e i fratelli Carolina, Tosca e Tobia hanno raggiunto Catania mercoledì.
La scelta di Gioele Bravo
Gioele si era trasferito a Catania nell’autunno 2017, «ho preso quel cilindro con le ali che vola per andare a Catania e imparare come farlo volare» – scriveva il giovane sulla sua pagina Facebook.
Aveva scelto di inseguire la propria passione – il volo, nonostante i 1500 chilometri che lo separavano dalla sua famiglia, al Villair di Quart.
Scriveva di essersi ambientato dopo solo una settimana, «perchè qui entri in un bar con il caffè e non solo ti danno il bicchiere d’acqua ma ti regalano anche la brioche» – riferendosi al calore e all’ospitalità della gente del Sud -.
«Ovviamente non è tutto una figata – scriveva Gioele – aspetti tranquillamente un’ora il pullman per poi vederlo andare avanti senza fermarsi perché pieno, con il vecchietto che ti fa s… dal finestrino.
Sapevo e so tutt’ora che non sarà facile, sono lontano dalla mia famiglia e in un posto completamente nuovo, non solo strutturalmente ma anche culturalmente.
Fortunatamente di famiglia ne ho trovata un’altra, composta da 7 ragazzi che vivono con me, uno più simpatico e disponibile dell’altro e questo non è poco.
Sono loro che la sera dopo aver studiato mi istruiscono su come vivere qua, mi fanno vedere video comici in catanese e ripetere ciò che dicono. Credo che a quest’età bisogna lanciarsi, partire e scoprire posti nuovi, inseguire le proprie passioni, non piantare le radici in casa!
Beh io l’ho fatto e non me ne pento!»
Le parole degli amici
Sulla pagina FB del giovane, gli amici e colleghi allievi dell’Istituto Ferrarin, continuano a scrivergli, come Antonio che racconta della pandemia, dell’obbligo di stare a casa «perchè se ci beccano in giro sono c… amari e che dire, da quando te ne sei andato tutto è a andatao a f….» – scrive il ragazzo -.
«Sai ogni tanto mi capita di sentire la tua voce, poi mi giro e non ci sei. Spero solo che mi guardi le spalle da tutto lo schifo che c’è in giro, perché una mano da lì su mi serve proprio. Buona notte fratellone».
Sulla pagina FB di Gioele, anche il pensiero significativo di Yara Maria che si riferisce ai genitori, abituati a solcare i cieli per la loro professione e oggi, genitori tra cielo e terra.
«Parafrasando Giordano Bruno… la vita è una lotta fra il desiderio che ci spinge a inseguire i nostri sogni, a realizzare le nostre aspirazioni, e la paura che ci imbriglia impedendoci di muoverci.
Gioele non aveva paura.. e quindi era libero di essere pienamente felice.
È merito anche di Alessia e Piero che glielo hanno insegnato e concesso, forse anche mettendo a tacere il loro desiderio e la loro paura».
Nella foto in alto, Gioele Bravo nella foto tratta dalla sua pagina FB.
(c.t.)