Corte dei conti, l’ex presidente dell’Ivat Ermanno Bonomi citato a giudizio
L'inchiesta ruota intorno a un presunto conflitto di interessi; l'ex vicesindaco di Saint-Pierre: «La documentazione che ho raccolto dimostra che io non ho fatto nulla, sono tranquillo»
Un sospetto conflitto di interessi che, secondo la Procura della Corte dei conti, si sarebbe concretizzato in un aumento del volume di acquisti effettuato dall’Ivat presso l’azienda di cui è socio, la Derby legno, nel 2017. Questo il motivo che ha portato il procuratore regionale della Corte dei conti, Massimiliano Atelli, a citare a giudizio l’ex presidente dell’Ivat Ermanno Bonomi per un presunto danno erariale. Lo riporta Gazzetta Matin in edicola nell’edizione di lunedì 15 febbraio.
Secondo quanto emerso dalle indagini della Guardia di finanza, Bonomi – alla guida dell’Ivat dal 2015 al 2019 – nel 2017 avrebbe aumentato in modo “sospetto” il volume di acquisti dei prodotti dell’azienda Derby legno (che comunque è una storica fornitrice dell’Ivat). La Procura contabile contesta quindi all’ex vicesindaco di Saint-Pierre un picco di acquisti che supera la media registrata negli altri anni. Il danno erariale contestato ammonta comunque a meno di 10 mila euro.
La replica
Bonomi, difeso dall’avvocato Massimiliano Sciulli del foro di Aosta, spiega: «Io sono tranquillo perché ho della documentazione che dimostra il contrario. Mi viene contestato un maggior conferimento, ma l’Ivat più vende e più acquista. E’ una legge di mercato, non certo una prassi che ho introdotto io. E nel 2017 tutti gli artigiani hanno venduto di più. Tra l’altro parliamo di oggetti che ho portato a Ivat ma che sarebbero stati pagati solo in caso di vendita avvenuta. Gli acquisti programmati vengono pagati a 60 giorni, mentre per gli altri ogni artigiano si assume il rischio di impresa per cui, se non vengono venduti, non vengono pagati».
Insomma, secondo l’ex presidente «la documentazione dimostra che io non ho fatto nulla. Sono sconcertato.Queste cose ti fanno passare la voglia di occuparti della cosa pubblica.Ottieni risultati e poi basta una denuncia e ti devi difendere».
Aggiunge: «Sono anche dispiaciuto, perché non sono andati a vedere tutto quello che di buono il CdA ha fatto in quegli anni. Tra l’altro, io non ho mai deciso nulla in autonomia. Ho sempre portato delle idee che sono state discusse, approfondite e poi eventualmente deliberate dal Consiglio di amministrazione. Non è certo il presidente che decide quanto comprare da ogni artigiano».
Infine, Bonomi precisa: «Il denaro usato per acquistare dagli artigiani non sono soldi pubblici, ma si genera con la vendita prodotti.E gli acquisti vengono fatti in base a quanto stabilito basandosi sulle vendite dell’anno precedente».
(f.d.)