Superbonus: Adava, «errore escludere le strutture alberghiere»
Il presidente Filippo Gérard tuona contro la decisione del Consiglio dei ministri, ma spera in una modifica
«Un errore averci esclusi dal Superbonus 110%».
Questo il grido di allarme lanciato dal presidente di Adava, Filippo Gérard, in merito all’esclusione delle strutture alberghiere dagli incentivi legati a interventi di efficientamento energetico.
Il Superbonus 110
Come ormai noto, il Superbonus è un’agevolazione, per il momento destinata solamente ai privati, che prevede, tra le altre cose, la possibilità di detrarre le spese sostenute dal 1° luglio 2020 al 30 giugno 2022 (o di cedere a terzi il proprio credito d’imposta) per interventi di efficientamento energetico di edifici.
Le ultime news parlavano della possibile estensione di tale “aiuto” anche al settore alberghiero, ma la scorsa settimana dal Consiglio dei Ministri è arrivata una doccia fredda, escludendo la modifica dal Decreto semplificazioni.
Il presidente
«La delusione c’è e non possiamo nasconderla – esclama il presidente di Adava, Filippo Gérard -, soprattutto per il fatto che per noi gli investimenti sulla struttura sono essenziali per il posizionamento competitivo delle nostre imprese. Siamo però imprenditori e come tali non perdiamo la speranza: confidiamo infatti che, nella fase di conversione in legge, il provvedimento possa essere integrato dal Parlamento in chiave estensiva per gli attuali e vigenti crediti di imposta del nostro settore».
Gérard è un fiume in piena.
«Abbiamo avuto modo di coinvolgere la nostra federazione nazionale e i nostri parlamentari – continua il presidente -. Proprio in occasione di un recente incontro avuto a Roma, entrambi hanno dimostrato grande attenzione alla questione e al nostro settore, anche grazie a una conoscenza specifica del territorio regionale e delle peculiarità del settore turistico alberghiero valdostano».
Il presidente di Adava non dispera.
«Siamo certi che, come più volte fatto in passato, saranno vicini alla categoria presentando e sostenendo degli emendamenti al decreto che possano andare nella direzione di permettere un rinnovo delle nostre strutture sul piano energetico – conclude Gérard -. Speriamo che questo possa rappresentare un volano da un punto di vista promozionale per presentarsi sul mercato come aziende alberghiere carbon free».
(al.bi.)