Union valdôtaine: Cristina Machet è la nuova presidente
Unica candidata in corsa, è stata eletta durante la conferenza dei presidenti delle sezioni del Leone rampante
Cristina Machet è la nuova presidente dell’Union valdôtaine. E’ ufficiale.
Unica candidata in corsa, è stata eletta durante la conferenza dei presidenti delle sezioni del Leone rampante, andata in scena sabato 5 giugno a Pont-Saint-Martin; un dettaglio tecnico, storicamente è sempre stato il Congrès a svolgere questa funzione.
Machet succede a David Follien, reggente da quando l’allora presidente dell’Uv Erik Lavevaz è stato eletto in Consiglio Valle.
Chi è
Cristina Machet, 44 anni, ex segretaria comunale a Valtournenche e Chamois ed ex sindaca di Torgnon, è laureata in Scienze politiche.
E’ stata consigliera regionale di parità e alle ultime elezioni regionali è risultata la prima esclusa della lista dell’Uv con 409 preferenze.
Machet: «Voglio incontrare le sezioni»
Nel suo intervento (in francese), preceduto e seguito da applausi, Machet ha riassunto il suo programma intitolato “L’esprit de l’union”. «Ho scelto questo titolo per fare riferimento allo spirito con cui è nato il Mouvement, ma anche perché si può intendere come “lo spirito dell’unione” – ha esordito la presidente -. Il Movimento è aperto a tutti quelli che sono fedeli alla “causa valdostana”, lo dice il nostro Statuto. Certo, il cammino non è stato sempre facile, è capitato di perdersi in rivalità personali e discussioni che hanno causato problemi all’Uv. Questo non deve più succedere».
Secondo Machet «adesso però l’Union è in piena salute, lo vedo guardando questa sala e l’ho capito parlando con tante persone. Siamo riusciti a reagire. Io ero la prima ad avere dubbi sulla lista» corta presentata dall’Uv alle ultime regionali. Ma «è evidente che gli organismi del movimento sapevano cosa stavano facendo. Pian piano i valdostani sono tornati ad avere fiducia nel nostro lavoro».
Tra le prime cose che la nuova presidente si è impegnata a fare c’è l’incontro con le sezioni. «Voglio incontrare le sezioni – ha scandito -. La condivisione e partecipazione sono fondamentali. Sono la nostra forza. Il vero federalismo che citiamo spesso noi lo abbiamo come esempio strutturato nel movimento. Voglio parlare con i presidenti e con tutti i membri delle sezioni, anche con gli ex. Serve un dialogo diretto per raccogliere le opinioni dei cittadini tramite lo strumento delle sezioni».
Poi ha aggiunto: «Il Mouvement deve essere centrale sugli aspetti politici, però dobbiamo anche sostenere i nostri eletti, perché sono loro a lavorare tutti i giorni e a essere esporti. Anche qui è fondamentale la condivisione».
«La famiglia deve essere al centro dell’azione politica»
Per la presidente, «la nostra azione deve far rifiorire la Valle d’Aosta dopo la pandemia. Deve aumentare la gestione federalista, soprattutto per i piccoli comuni. Serve che tutti abbiano le risorse necessarie per dare risposte ai cittadini. E al centro dell’azione politica devono esserci le famiglie».
Fondamentale poi «coinvolgere i giovani, che a volte non vogliono parlare di politica e la vedono quasi come una cosa sporca. Su questo aspetto dobbiamo recuperare». E sulle donne: «Abbiamo tante donne elette sul territorio e nelle sezioni, ma è ancora difficile per una donna arrivare a incarichi importanti. C’è ancora lavorare».
«Gli autonomisti divisi hanno aperto la strada ai partiti nazionali»
Altro tema affrontato da Machet è stato quello della “Reunion”. Ha affermato: «Poco a poco bisognerà aprire un dialogo, che passerà tramite il congresso nazionale, e bisognerà iniziare a capire come parlare con chi ha i nostri stessi ideali. E’ difficile a volte non dire “se n’è andato, ha fatto un nuovo partito”. Ma non bisogna ragionare di pancia, bensì in modo strategico e organizzato. Si faranno delle commissioni tematiche per capire come interfacciarci con le altre forze. Gli autonomisti sono divisi e questo ha aperto le porte ai partiti nazionali. Servirà lavorare partendo dai punti comuni e dagli obiettivi, non dalle persone».
L’intervento di Follien
Lasciando il testimone a Machet, è intervenuto – tra gli altri – Follien. Nel suo discorso (interamente in francese) ha evidenziato come «il cammino» per un percorso comune tra le forze autonomiste «è tutto da costruire. Fino a oggi non abbiamo fatto incontri su questo aspetto, nonostante sia passato questo messaggio. Nessun incontro formale o informale. Io credo che sia importante portare avanti un lavoro sempre più stretto tra i gruppi autonomisti in Consiglio Valle e tra i movimenti».
Poi ha aggiunto: «Il nome e il simbolo dell’Union non sono in discussione. Io, sinceramente, non ho sentito nessuno metterli in discussione, anche perché non saremmo assolutamente d’accordo. Non si può trattare su questo. Noi dobbiamo considerare un percorso condiviso e che non parta da Palazzo, ma tra la gente, dai nostri iscritti alle sezioni».
Riprendendo quanto detto poco prima dal senatore Albert Lanièce, infine, Follien ha precisato: «E’ il momento a chiedercelo: dobbiamo cercare di fare una politica che metta insieme, non che cerchi divisioni».
Dopo aver ringraziato tutti, ha concluso: «Ringrazio soprattutto Cristina, perché in questo momento come quello che stiamo vivendo avevamo bisogno di una presidente a cui riconosco, dal primo momento in cui ci ho parlato, una particolare dinamicità».
(f.d.)