Casinò VdA: previsto nuovo incontro con il giudice fallimentare
E' durato una ventina di minuti l'incontro in tribunale tra l'amministratore unico della Casinò spa Federico Rolando e Marco Tornatore
E’ durato una ventina di minuti l’incontro in tribunale tra l’amministratore unico della Casinò VdA spa Filippo Rolando e il giudice fallimentare Marco Tornatore. Nessun commento all’uscita. Solo un lapidario: «con il giudice, ala quale ho dato i chiarimenti richiesti, ci rivedremo presto». La convocazione era arrivata ieri. Al centro del colloquio la richiesta di chiarimenti sul concordato. L’istanza di concordato in bianco secondo la procura di Aosta è inammissibile in quanto non è ancora stato approvato il bilancio 2017.
Intanto durante il processo per truffa e falso bilancio sui 140 milioni di euro di finanziamenti regionali al Casinò di Saint-Vincent, il pm Eugenia Menichetti ha chiesto al gup Paolo De Paola di acquisire d’ufficio l’istanza di fallimento della casa da gioco depositata ieri dal pm Luca Ceccanti.
La vicenda
Sempre ieri la procura di Aosta aveva chiesto il fallimento del Casinò di Saint-Vincent. L’istanza è motivata – secondo la magistratura – dalla grave insolvenza, dalla situazione debitoria, dalle linee di credito sostanzialmente chiuse e quindi da una crisi irreversibile.
L’istanza di concordato avanzata nei giorni scorsi dal neo amministratore unico, Filippo Rolando, impedisce al momento al tribunale di pronunciarsi sull’istanza di fallimento ma non il deposito della stessa richiesta da parte della procura.
Le spese contestate
Nonostante la crisi attraversata dal Casinò di Saint-Vincent, nel biennio 2017-2018 – secondo la procura di Aosta – si è verificata una vera e propria emorragia di denaro. Si tratta di 3 milioni 593 mila 226 euro destinati a consulenti, società e professionisti esterni per incarichi che – sempre secondo la magistratura inquirente – avrebbero potuto essere svolti dai numerosi dipendenti della casa da gioco.
Della cifra complessiva, 2 milioni e 60 mila euro sono stati destinati alla De Vere concept srl, che si occupa di co-marketing e tornei di poker. Secondo la procura, sul piano patrimoniale l’attivo non è in grado di coprire le passività, considerato lo sbilancio di circa 11 milioni di euro esistente. Sul piano economico le prospettive non consentono di prevedere per il futuro il superamento della crisi né il raggiungimento di un equilibrio. Infine, su quello finanziario, la società, visto lo stato di insolvenza, non potrà far fronte ai pagamenti nei tempi e nei modi previsti.