Sì al recupero delle miniere, no al trenino
Respinta la risoluzione dei gruppi di minoranza Alpe e Pd e bocciata la petizione di 683 firmatari. Entrambe chiedevano di ripensare alla chiusura della ferrovia del Drinc perché ”via di fuga e primo tassello per la valorizzazione del complesso minerario di Cogne”, motivavano. A favore del completamento della tranvia Cogne-Acque fredde si sono detti Alpe e Pd che hanno chiesto alla maggioranza di ”non smantellare la ferrovia e di congelare la decisone di mettere la parola fine sul trenino anche in virtù della richiesta arrivata da Cogne”.
La maggioranza risponde con una risoluzione per la valorizzazione turistico-culturale della miniere di Colonna, approvata. ”Per il recupero del parco minerario non è tardi, il resto è chiacchiera improduttiva. Basta dire bugie. Scommettere sulle miniere è concreto, parlare del trenino è anacronistico”, ha sentenziato Massimo Lattanzi del Pdl.
A chiudere Marguerettaz che ribadisce che ”ingegneri di provata competenza hanno sollevato dubbi sulleffettivo utilizzo della tranvia per il cui recupero si dovrebbe ripartire da zero con costi esorbitanti senza contare che il risultato non è scontato, non è detto che sia abilitato al trasporto di persone”. Così il presidente Augusto Rollandin: ”Di nuovo non cè nulla. Cogne labbiamo resa sicura spendendo 130 milioni di euro per la messa in sicurezza della strada e autorizzando il volo notturno. Il trenino è assolutamente improponibile ed è soluzione impraticabile”. Non ha nascosto il capo dell’esecutivo che è stata una ”vicenda incresciosa”.