Uvp: parole d’ordine cambiare il passo e invertire la rotta
Cambiare passo, invertire rotta, svoltare: sono le parole d’ordine dell’Union valdôtaine progressiste per il 2014 che cercherà di imprimere una svolta – nessun ribaltone per carità – «per dare alla Valle d’Aosta la speranza del futuro perché la maggioranza non è in grado di fare fronte alla crisi, non ha progetti e rinuncia al confronto», ha detto il capogruppo Luigi Bertschy nel dare il via all’incontro dal tema ‘Il 2014 che verrà’ al ristorante La Gabella di Jovençan. Laurent Viérin ha annunciato un’intensa attività legislativa e «iniziative clamorose come quella sui rincari autostradale fuori le mura di Palazzo tra i valdostani». Il consigliere progressista ha poi stigmatizzato i tagli alla cultura e all’istruzione «che, invece sono motori della ripresa», anticipando la presentazione di «un grande progetto che abbraccia turismo, cultura e agricoltura». Dice no al nuovo ospedale Nello Fabbri. «E’ una struttura sovradimensionata, eccessiva e costosissima – 150 milioni -, è un’operazione immobiliare e non sanitaria senza contare i tempi di realizzazione che faranno ancora lievitare i costi; liberiamo risorse per dare risposte alla crisi». Punta l’intervento sul ruolo istituzionale «in un’ottica di austerità, contenimento della spesa e trasparenza» il vicepresidente del Consiglio Andrea Rosset. Parla «delle difficoltà di accedere ai dati, della preoccupante sordità della maggioranza, della sufficienza con la quale il governo ha sottoscritto l’accordo sul federalismo fiscale». Promette «massima sorveglianza sulla libertà di voto in aula». Vincenzo Grosjean invoca «meno burocrazia per gli imprenditori agricoli, regole chiare e tempi certi: l’assessorato all’Agricoltura deve tornare al suo ruolo propositivo e smetterla di fare il burocrate». Ha un sogno il consigliere Uvp «veder rifiorire la viticoltura nelle zone terrazzate della bassa Valle». «Basta raccontare bufale ai valdostani» tuona Elso Gerandin, sventolando la cifra delle entrate da tributi propri «in calo di 26 milioni che vuol dire 2,5 punti Pil in meno ovvero siamo in recessione». Auspica Gerandin una fase di «confronto sulle riforme quella sugli Enti locali in testa». Torna al comparto agricolo Gianfranco Nogara che insiste sulla valorizzazione dei prodotti enogastronomici «che rappresentano un valore aggiunto». Per Nogara bisogna ripartire «dall’assistenza tecnica perché il mondo agricolo non ha bisogno di essere bastonato ma consigliato».
(danila chenal)