Processo Hybris, 41 anni di carcere per i cinque imputati
Il pm del tribunale di Torino, Stefano Castellani, aveva chiesto per i cinque imputati nel processo dell’inchiesta “Hybris” 31 anni di carcere. Il giudice Paola Boemio, invece, ha usato la mano ancora più pesante, infliggendone 41. Infatti: 8 anni e 4 mesi di carcere a Claudio Taccone (46), 13 anni e 6 mesi al figlio Ferdinando (22), 8 anni, 7 mesi e 10 giorni all’altro figlio Vincenzo – di Saint-Marcel (Aosta) -, 8 anni e 2 mesi a Domenico Mammoliti (27) e 3 anni a Santo Mammoliti (40), di Aosta. Contestati a vario titolo i reati di tentata estorsione, danneggiamento, rapina, tentato omicidio e lesioni, con l’aggravante del metodo mafioso.
L’arresto dei cinque risale al giugno del 2013. Coordinate dalla Dda di Torino (pm Stefano Castellani e pm applicato Daniela Isaia della procura di Aosta), le indagini dei carabinieri di Aosta riguardavano un incendio di un’auto, a fini estorsivi, nel giugno del 2012, un’aggressione e un tentato omicidio, nel settembre 2012, a un uomo e a suo figlio sulla collina di Aosta e una tentata estorsione a un pregiudicato per traffico di droga. Secondo gli inquirenti, dai vari episodi era emersa “una gestione territoriale che arriva direttamente dalla Calabria in base alle famiglie di riferimento, sia delle vittime, sia degli estorsori”, e che ha portato anche a “un vero e proprio incidente diplomatico” tra la famiglia “dei Pesce e quella dei Facchineri”.
Nel processo di primo grado conclusosi oggi e svoltosi con il rito abbreviato, i Taccone erano difesi dall’avvocato Francesco Bosco del foro di Torino, mentre Domenico Mammoliti dall’avvocato Antonino Laganà del foro di Aosta.
Le motivazioni della sentenza del giudice Paola Boemio saranno depositate entro 60 giorni.
(re.newsvda.it)