Elezioni comunali, stop all’elezione diretta del sindaco nei comuni fino a mille abitanti
Stop all’elezione diretta del sindaco nei comuni fino a mille abitanti, con sistema maggioritario e attribuzione dei due terzi dei seggi alla lista che abbia ottenuto il maggior numero di voti validi; leggera riduzione del numero dei consiglieri in tutti i comuni; rappresentanza dei sessi; tre preferenze; prolungamento dell’orario di votazione dalle 22 alle 23 della domenica, con scrutinio che rimane il lunedì mattina. Queste le principali novità delle modifiche apportate al disegno legge che modifica le norme regionali in materia di elezioni comunali approvate nella seduta del 14 gennaio 2015 con 28 voti a favore (UV, SA, UVP, PD-SVdA), 2 contrari (M5S) e 5 astensioni (Alpe).
Il provvedimento, iscritto in via d’urgenza in Aula, ha ricevuto il parere favorevole a maggioranza della prima Commissione “Istituzioni e autonomia”, riunita nel primo pomeriggio di oggi, la quale ha prodotto un nuovo testo di Commissione composto di 49 articoli, dopo aver incassato il giorno prima il sì del Celva, nonostante 11 astensioni e 9 voti contrari (54 i sì).
Il disegno di legge interviene anche nella composizione dei consigli comunali. Nei comuni con popolazione superiore a 1.000 abitanti, il consiglio è composto dal Sindaco, dal Vicesindaco e: da 13 consiglieri nei Comuni da 1.001 a 3.000 abitanti; da 15 consiglieri nei Comuni da 3.001 a 5.000 abitanti; da 17 consiglieri nei Comuni da 5.001 a 15.000 abitanti; da 27 consiglieri nei Comuni con popolazione superiore a 15.000 abitanti.
«Al fine di promuovere la rappresentanza di entrambi i sessi nelle liste ha precisato il Consigliere Farcoz , la proposta introduce la previsione secondo cui nessuno dei due sessi possa essere rappresentato in misura inferiore al 20% dei candidati, analogamente, per quanto concerne l’espressione delle preferenze, nel caso in cui ne vengano espresse tre, una deve riguardare candidati di sesso diverso, pena l’annullamento dell’ultima preferenza. Si prevede poi il prolungamento dell’orario di votazione dalle ore 22 alle ore 23 della domenica, mantenendo però lo scrutinio il lunedì mattina.»
Per il Consigliere di Alpe Alberto Bertin, «si è persa un’altra occasione per dare una legge innovativa alla Valle d’Aosta, che fosse in grado di dare maggiori spazi di democrazia e partecipazione. Nella sostanza resta l’impianto attuale e per questa ragione ci asteniamo. Con questa legge, si consolidano le tre preferenze: un meccanismo che permette il controllo del voto e che noi condanniamo fermamente.»
Per il Capogruppo di Alpe, Albert Chatrian, «il nostro impianto andava in direzione alternativa, mettendo in discussione l’elezione diretta del Sindaco. Su questo aspetto siamo parzialmente soddisfatti, dato che per 41 su 74 Comuni non ci sarà più l’elezione diretta, ma riteniamo che si sarebbe potuto osare ancora di più, reintroducendo la possibilità all’elettore di attribuire preferenze in liste diverse. Sulle incompatibilità siamo ovviamente d’accordo, così come siamo favorevoli all’equilibrio migliore tra maggioranza e opposizione nei Comuni più piccoli.»
Il Capogruppo del M5S, Stefano Ferrero, ha puntualizzato di «non aver partecipato volontariamente al gruppo di lavoro per non pregiudicare l’operato di forze politiche che avevano visioni simili. Noi siamo per una rappresentanza proporzionale, avremmo tagliato più nettamente le poltrone, avremmo dato una sforbiciata agli stipendi di certi Sindaci. Sicuramente avremmo denunciato la questione delle tre preferenze, che è un meccanismo che fa rimanere la Valle d’Aosta ancorata ad una sorta di Medio Evo del ricatto e dei santini. Il nostro voto sarà contrario: vi siete fatti la vostra legge, che altro non è che una spolverata di cipria sulla moglie di Matusalemme.»
Le Conseiller Laurent Viérin (UVP) a affirmé: «Nous vivons un important moment de partage sur la défense de notre communauté. Aujourd’hui cette loi est fondamentale, elle va réglementer la participation. Il faut approcher les gens, les jeunes notamment, à la politique, en donnant à nouveau vigueur au lien “tradition et renouveau”. Tutti ci siamo mossi per adattare alle esigenze attuali il sistema elettorale. L’elezione diretta del Sindaco ha garantito la governabilità, ma ha anche accentuato la personalizzazione e le divisioni.»
Per il Presidente della Regione, Augusto Rollandin, «questa legge è il frutto del clima di collaborazione che si è creato in questo Consiglio e che ci ha portati a lavorare su di una legge che è fondamentale per il nostro sistema delle autonomie locali assieme a quella votata a luglio scorso sull’esercizio associato delle funzioni comunali. Desidero ringraziare i colleghi che hanno partecipato al gruppo di lavoro con la disponibilità di trovare un accordo. Una legge va nella direzione di aumentare la democrazia, la libertà e la partecipazione.»
(re.newsvda.it)