Inchiesta costi della politica: «Farò appello verso tutte le posizioni di tutti gli imputati»
«Farò appello verso tutte le posizioni di tutti gli imputati. Letta la sentenza, ho ravvisato gli elementi per poterlo fare, anche perché penso sia una questione di coerenza verso l’interpretazione data alle normative in materia, anche regionali. Se le assoluzioni fossero state pronunciate soltanto per qualche posizione marginale, avrei anche potuto pensare a non appellare, in questo caso invece proporrò ricorso in blocco».
Così il procuratore capo di Aosta, Marilinda Mineccia, ha annunciato il ricorso avverso la sentenza di assoluzione pronunciata il 30 marzo scorso dal gup del Tribunale di Aosta, Maurizio D’Abrusco, nell’ambito del primo processo con rito abbreviato legato all’inchiesta sulle presunte «spese pazze» dei gruppi consiliari di Alpe, Fédération Autonomiste, Pd, Pdl e Union Valdôtaine nella XIII legislatura, dal 2009 al 2012, per l’equivalente di 1,2 milioni di euro.
La sentenza del gup assolse a vario titolo «perché il fatto non sussiste» o «perché il fatto non costituisce reato» tutti e 24 gli imputati, tra attuali ed ex consiglieri regionali e funzionari di partito per i quali la Procura aveva chiesto la condanna a vario titolo per peculato, finanziamento illecito dei partiti e indebita percezione di contributi pubblici.
In un simile contesto, si rimane in attesa delle motivazioni del gup del Tribunale di Aosta, Giuseppe Colazingari, relative al secondo processo con rito abbreviato legato all’inchiesta, quello che il 28 aprile scorso ha visto assolti gli ultimi tre imputati, gli esponenti di Stella Alpina Marco Viérin, André Lanièce e Dario Comé accusati di concorso in peculato.
(pa.ba.)