Consiglio Aosta: «Emergenza abitativa, affitti di lusso»
Caso emergenza abitativa in consiglio comunale. A tirarlo fuori è la Lega Nord che, in un’interrogazione relativa alle graduatorie di assegnazione degli alloggi, mette in evidenza dati «sconvolgenti – spiega il consigliere Andrea Manfrin -. Per prima cosa è bene notare come su 131 emergenze abitative ben 46 sono destinate a stranieri. Insomma, siamo ben lontani dalla media del 9-10% degli stranieri di Aosta, e già questo dovrebbe far sorgere degli interrogativi». La cosa che più colpisce il movimento, però, è la «media degli affitti altissima e in alcuni casi immotivata – continua Manfrin -; 700, 800, 900, ma anche 1100 euro, tenendo conto che al comune spetta solo l’80% della spesa. Questa, secondo noi, non è emergenza abitativa, ma più che altro lusso e non lo diciamo perché vogliamo che le persone abbiano case piccole e brutte, ma perché se si riducessero questi esborsi si potrebbero sistemare molte di quelle decine di persone ancora in lista dattesa». L’interrogazione non finisce qui: «Preoccupante è anche la localizzazione degli appartamenti: in alcuni casi, infatti, sono al di fuori del Comune di Aosta, ma non solo nella Plaine, ma anche a Verrayes e Saint – Vincent – continua il consigliere del carroccio -. E’ incomprensibile e danno, perché non consente di recuperare nemmeno la minima parte proveniente dalle imposte comunali sugli immobili. Che senso ha? E in ultimo, anche se non voglio fare il forcaiolo, non è strano che nella lista compaiano politici o ex politici, o parenti degli stessi, che risultano intestatari di affitti, a volte anche più di uno, persino in zone al di fuori di Aosta? Ovviamente siamo certi che sia tutto in regola».
Non si sottrae l’assessore alle Politiche Sociali ed Edilizia residenziale pubblica Marco Sorbara: «Casa e lavoro sono i punti che in questo periodo creano le maggiori difficoltà – ammette Sorbara -, anche se dal 31 ottobre il comune sarà sgravato della gestione diretta dell’emergenza, che passerà in capo alla Regione. Per questo, dovremo porre maggiore attenzione sui controlli nell’assegnazione, ma anche sui soggetti che acquisiscono queste case». Sorbara prova a entrare nei dettagli: «Intanto, al comune spetta il 13% della spesa, con il resto coperto dalla Regione – continua Sorbara -. Per i criteri di scelta, invece, si dà la precedenza a edifici di proprietà comunale, se liberi. Quando si trova invece un alloggio privato, viene valutata la congruità del canone e delle caratteristiche dell’alloggio: se risponde alle esigenze, non si sta più di tanto a guardare a chi appartenga. Sulla stretta dei controlli, però, deve rientrare tutto. Troppi stranieri? Inutile soffermarci su nomi e cognomi – conclude Sorbara -, dobbiamo farlo sul rispetto delle regole, mettendo però in evidenza un concetto: ci vuole riconoscenza, come nel caso dei giardinetti del Quartiere Cogne. I beneficiari devono riconoscere che quello che ottengono è grazie ad altri cittadini e devono rispettare gli sforzi fatti, cercando di contribuire in qualche modo». «Il Comune su molte cose ne può fino a un certo punto – accetta la risposta Manfrin -, ma vogliamo soffermarci sull’assurdità che chi ha pagato servizi per una vita si trovi superato dagli ultimi arrivati».
(al.bi.)