Dramma: ingerì soda caustica, le fu diagnosticata «una bronchite»
«Se la Procura ha deciso di aprire un’inchiesta, che lo faccia andando a guardare anche in altre direzioni». E’ l’invito lanciato nei giorni scorsi dai familiari di un’anziana di Pollein, deceduta il 30 aprile 2015 all’ospedale Umberto Parini di Aosta dopo una settimana di agonia. A causare la sua morte fu l’accidentale ingestione in casa di alcune scaglie di soda caustica, motivo per cui qualche settimana fa il sostituto procuratore Eugenia Menichetti ha aperto un fascicolo (un modello 45 per atti non costituenti notizia di reato) per fare luce sull’accaduto.
La notizia dell’apertura delle indagini è piombata come un fulmine a ciel sereno sulla famiglia dell’anziana, a maggior ragione se si considera che da quel giorno sono trascorsi oltre nove mesi e mezzo. «Lo stato dei luoghi in quell’alloggio è ovviamente cambiato, quella confezione di soda caustica non c’è nemmeno più», spiega uno dei parenti, che in riferimento all’ipotesi che qualche responsabilità colposa possa essere eventualmente ravvisata nei confronti della badante straniera che accudiva la donna, afferma con tono perentorio: «Se si vuole realmente approfondire la vicenda, a questo punto auspichiamo che si guardi anche in direzione dell’ospedale, fermo restando che la nostra cara non potrà più esserci restituita».
Approfondimenti sul numero di Gazzetta Matin in edicola lunedì 15 febbraio 2016.
(pa.ba.)
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