Bancarotta: subentrò in società ormai fallita, patteggia
Con la società ormai sull’orlo del baratro, forse nella speranza di riuscire a dare una svolta alla sua vita, almeno da un punto di vista imprenditoriale, nell’agosto 2010 aveva deciso di subentrare ai vecchi soci della Ecoprogetti Engineering Sas di Donnas in qualità di socio unico accomodatario.
Peccato, però, che gli spazi per salvare la società dal fallimento fossero ormai inesistenti, con la procedura fallimentare certificata dalla sentenza del Tribunale di Aosta pronunciata il 14 maggio 2014.
Se poi si aggiunge che il nuovo amministratore, Mattia Bosio, torinese di 28 anni, dal 2011 al 2013 non poté essere presente fisicamente in società a causa di problemi di salute, ecco spiegato perché questa mattina il giovane è stato costretto a presentarsi davanti al collegio del Tribunale di Aosta, composto da Massimo Scuffi, Marco Tornatore e Anna Bonfilio, nel processo per bancarotta fraudolenta.
Bosio, accusato di «non avere tenuto libri e altre scritture contabili prescritti dalle normative» in materia amministrativo-contabile, nonostante fosse subentrato nella società a situazione ormai irrimediabilmente compromessa, stamane ha dovuto rispondere del fatto di avere creato un ‘buco’ da poco più di mezzo milione di euro.
«Quando il mio assistito è entrato nella Ecoprogetti, il passivo c’era già tutto», ha affermato l’avvocato Davide Meloni di Aosta, a cui dal collegio hanno replicato: «Ma la firma in fondo all’atto di subentro è stata apposta dal suo assistito», che quindi subentrò nella società ereditandone sia crediti (nessuno) sia debiti (pari – come detto – a poco più di 500 mila euro).
Derubricata l’accusa da bancarotta fraudolenta e bancarotta semplice, a Mattia Bosio è stato concesso il patteggiamento della pena a otto mesi di carcere (pena sospesa).
(pa.ba.)