Palpata in discoteca, ragazzo condannato a 14 mesi
L’8 marzo 2014, per festeggiare la festa della donna, aveva deciso di andare in discoteca con un gruppo di amici. Attorno alle 3, però, fu avvicinata «nella sala fumatori della Piazzetta» – discoteca in Regione Amérique a Quart – da un soggetto che, a un certo punto, le avrebbe palpato il sedere allungando la mano sotto il vestitino.
E’ la sventura occorsa a una 26enne aostana, che questa mattina ha portato davanti ai giudici Massimo Scuffi, Anna Bonfilio e Davide Paladino del Tribunale di Aosta in composizione collegiale, Jinjun Sun, 25enne di origini cinesi, condannato per violenza sessuale a 14 mesi di reclusione, così come chiesto al termine della requisitoria dalla stesso sostituto procuratore di Aosta, Luca Ceccanti.
«C’era questo ragazzo che non conoscevo, che tutta la sera mi aveva seguito nel locale, si aggirava un po’ troppo vicino a me, voleva continuamente allungare le mani, fino a quando nella Grotta (la sala fumatori interna alla discoteca Piazzetta, ndr) è riuscito a palparmi», ha raccontato la giovane davanti ai giudici, aggiungendo: «Gli feci capire più volte che se ne doveva andare via, glielo dissi pure, ma lui sembrava proprio non capire».
Dal canto suo, la difesa dell’imputato – rappresentata in aula dall’avvocato Marco Casalini del foro di Roma – ha puntato sulla derubricazione del reato da violenza sessuale a molestie, così da poter chiedere il «non luogo a procedere per difetto di querela» considerato che la persona offesa presentò querela per quella palpata soltanto in un secondo momento, «certamente decorsi i 90 giorni utili alla presentazione di querela in caso di molestie», ha sottolineato l’avvocato Casalini.
Già, perché in un primo momento la ragazza fu chiamata in Questura ad Aosta come persona informata dei fatti relativamente a un’aggressione che un suo amico quella sera subì proprio da Jinjun Sun, parapiglia che scoppiò dopo che la 26enne aostana riferì al gruppo di amici del palpeggiamento di cui fu vittima.
Il giovane cinese, che per le lesioni provocate nell’aggressione deve ancora essere giudicato, nel processo di questa mattina ha dovuto rispondere esclusivamente del reato di violenza sessuale, nonostante il tentativo (vano) del suo legale di vedere derubricate le accuse in molestie. «Si è trattato di un riprovevole atto di goliardia, commesso da un ragazzo ubriaco, senza che ci siano stati costrizione della ragazza e appagamento dell’istinto sessuale nel ragazzo. Quindi quella sera non ci fu alcuna violenza sessuale», è stata la tesi della difesa, non condivisa però dai giudici.
(pa.ba.)