Omicidio Milliery: «Lugo Perez reagì a un’aggressione»
E’ durata poco meno di un’ora e mezza, la terza udienza davanti al gup del Tribunale di Aosta, Eugenio Gramola, del processo con rito abbreviato per l’omicidio di Elio Milliery, il pensionato 78enne di La Salle ucciso la sera dell’8 maggio di un anno fa in una scarpata della strada poderale di accesso alla sua baita in frazione Liaey di La Salle.
Unico imputato per il delitto è il 35enne cubano Osmany Lugo Perez, che questa mattina ha deciso di rendere dichiarazioni spontanee davanti al giudice. «Ha sostanzialmente confermato di avere reagito a un’iniziale aggressione del Milliery», ha fatto sapere il legale difensore, l’avvocato Davide Meloni.
Da quanto appreso, la sera dell’8 maggio 2015 tra i due sarebbe scoppiata una prima violenta lite direttamente all’interno della baita di Liaey, tanto violenta da indurre l’ex donna di Osmany Lugo Perez – che ultimamente si frequentava col Milliery – a chiamare i carabinieri. A quel punto la zuffa tra i due sarebbe proseguita al di fuori dell’abitazione, fino all’accoltellamento di Elio Milliery da parte di Osmany Lugo Perez. «Ha riferito che non aveva alcuna intenzione di ammazzarlo, ha avuto una sorta di black-out – spiega ancora l’avvocato Meloni –. Quando si è ripreso da questo stato, ha provato a chiedere aiuto, ma l’auto che gli è passata accanto (guidata dalla sua ex moglie, ndr) non si è fermata».
Con la sentenza attesa per il prossimo 15 giugno, nell’udienza di questa mattina è stato ascoltato anche il medico legale Roberto Testi, incaricato di analizzare il coltello a serramanico trovato sulla scena del delitto accanto al corpo di Elio Milliery. «La perizia (depositata ieri, martedì, ndr) dobbiamo ancora vederla nel dettaglio, anche alla luce del fatto che» – delle 49 coltellate inferte – «il medico legale ne ha esclusa categoricamente soltanto una in quanto a compatibilità».
Secondo quanto trapelato, tracce del sangue della vittima sarebbero state rilevate sul coltello trovato sulla scena del delitto.
Per l’accusa, invece, l’arma del delitto non è mai stata trovata, l’assassino se ne è verosimilmente liberato gettandola nelle acque della vicina Dora Baltea.
(pa.ba.)