A proposito di Brexit
Non condivido la scelta degli inglesi di uscire dall’UE. Ma ho pieno rispetto per l’esito del voto popolare. Hanno deciso così, piaccia o no. Quello che proprio non mi va giù è che la popolazione più anziana abbia deciso per il futuro dei giovani. Questi ultimi, infatti, hanno votato in modo compatto per restare nell’UE, ma non è stato sufficiente, perché a votare ci sono andati in pochi. Proprio i giovani dovrebbero recitare il mea culpa. Ormai è tardi protestare, sarebbe stato molto meglio confrontarsi e andare alle urne, perché in ballo c’era proprio il loro futuro. Credo che sia il premier Cameron che la popolazione inglese abbiano sottovalutato l’importanza di questo appuntamento. Il primo, perché ha chiamato alle urne la popolazione (quando avrebbe tranquillamente potuto farne a meno), convinto di rafforzare la sua leadership; i cittadini, perché hanno votato di pancia, senza pensare alle possibili conseguenze. Con la perdita del potere di acquisto della sterlina saranno le classi meno abbienti a rimetterci: i generi alimentari di importazione e non solo costeranno di più. Nonostante i milioni di firme già raccolte, un altro referendum non si farà. Così come non si farà in Italia, dove la Costituzione lo impedisce. Se si andasse al voto in questo momento, con i continui sbarchi di migranti, forse anche da noi il voto di pancia prevarrebbe. Viva la nostra Costituzione.