Consiglio Valle: sospendere le deleghe a Rini, no a risoluzione
POLITICA & ECONOMIA
di Danila Chenal  
il 08/11/2017

Consiglio Valle: sospendere le deleghe a Rini, no a risoluzione

La maggioranza respinge l'iscrizione della risoluzione delle opposizioni che chiedevano la sospensione delle deleghe da assessore e da vicepresidente di Emily Rini in attesa che si chiarisse la vicenda legata alla proposta di lavoro all'ex marito da parte dell'imprenditore Gerardo Cuomo e alla sua assunzione, in seguito, alla Cva

La maggioranza respinge in Consiglio Valle l’iscrizione di una risoluzione nella quale Alpe, Ac-Sa-Pnv, M5S e Gruppo Misto si impegnava il governo regionale «a sospendere le deleghe attribuite a Emily Rini, in quanto assessore all’Istruzione e cultura e vice-presidente della Regione, in attesa di chiarimenti sulla vicenda che fughino ogni sospetto sulla sua condotta e sul coinvolgimento indebito nella vicenda». La risoluzione fa riferimento alle  parole del pm Luca Ceccanti nella conferenza stampa relativa all’operazione dei carabinieri che ha portato all’arresto di Gabriele Accornero e Gerardo Cuomo. Aveva detto che «sicuramente l’intervento di Gerardo Cuomo e l’offerta che ha fatto di un contratto di lavoro all’ex marito dell’assessore Emily Rini sono circostanze meritevoli di successivo approfondimento».

Marguerettaz, solo speculazione

Ha ribattuto Aurelio Marguerettaz dell’Union valdôtaine nel motivare il no all’iscrizione: «Andare a speculare sulle vicende delle persone vi porta sulla cattiva strada. Con questa risoluzione volete dribblare le regole della mozione di sfiducia, colleghi».

Le repliche

Le bordate alla maggioranza arrivano in una conferenza stampa post Consiglio

Così Chantal Certan (Alpe): «In realtà nel question time i nostri gruppi avrebbero semplicemente voluto avere informazioni sulle notizie di stampa circa l’offerta di lavoro ricevuta dall’ex marito dell’assessore Rini dall’imprenditore Gerardo Cuomo e le modalità con le quali era stato successivamente assunto alla Cva. Non credevamo si trattasse di questioni personali ma di trasparenza delle assunzioni delle partecipate».

Marquis, rifiutare il dibattito non fa onore

Pierluigi Marquis (Stella Alpina) ha detto: «Abbiamo discusso la costituzione di una commissione d’inchiesta sulle partecipate e ci ha stupito l’indisponibilità della maggioranza, arroccata nel suo fortino. Ritenevamo opportuno verificare come sono stati fatti i grandi investimenti negli ultimi anni limitatamente al casinò, alle società partecipate e alla Cva. E’ stata infranta una regola non scritta: mai era stata respinta l’iscrizione di risoluzioni. Ci stupisce non ci sia stato premesso discutere di un argomento di grande attualità. Scappare non fa onore al ruolo che si ricopre».

E’ tornato a ribadire Elso Gerandin (Gruppo misto): «Il momento difficile che sta attraversando la Valle d’Aosta a livello di immagine avrebbe imposto un atteggiamento diverso in Consiglio Valle. Gli atti politici si respingono ma non è una prassi impedire le discussioni».

Fosson, non è gosssip

Così Antonio Fosson (PnV): «Non è un gossip legato alla vita privata, è una vicenda, quella di Rini, di cui si sta occupando la magistratura. E’ inopportuno che abbia deleghe. Rilanciare l’autonomia vuole dire anche rilanciare la trasparenza».

Cognetta, compriamo il Caseificio valdostano

Provocatoriamente il pentastellato Roberto Cognetta (M5S) ha proposto «di acquistare il 55% del Caseificio valdostano così diventata partecipata e diamo chiarezza ai valdostani. Se diventa tutto pubblico non droghiamo il privato. Alla fine abbiamo tutti famiglia e dobbiamo portare il pane a casa».

Padovani, ritorno all’ancien régime

Per Andrea Padovani (Gruppo Misto) «questa maggioranza è l’ancien régime che si chiude a riccio. Se non si ha la forza di respingere in aula una risoluzione con gli argomenti della politica è perché si è deboli. Si è tentato di nascondere in modo scandaloso ciò che sta avvenendo in altri palazzi. Le parole dei carabinieri e dei magistrati impongono una riflessione».

Albert Chatrian (Alpe): «E’ uno schiaffo istituzionale la bocciatura della Commissione speciale come lo è la mancata iscrizione della risoluzione».

Alberto Bertin (Gruppo misto): «Rattristarsi non basta. La commissione e le risoluzioni andavano incontro all’esigenza di tutelare le istituzioni valdostane dalla deriva».
(danila chenal)

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