Aosta, no del governo valdostano alla riapertura del Servizio migranti
POLITICA & ECONOMIA
di Danila Chenal  
il 26/07/2018

Aosta, no del governo valdostano alla riapertura del Servizio migranti

I richiedenti asilo in Valle d'Aosta sono trecento mentre gli stranieri residenti sono 8257

Il governo regionale dice no alla riapertura del Servizio migranti di Aosta. Per fare i numeri i richiedenti asilo sul territorio regionale sono meno di 300 e la Valle d’Aosta risulta essere la regione con il più basso dato di accoglienza rispetto al resto del Paese. I cittadini stranieri, che non sono solo i richiedenti asilo, al primo gennaio 2018 erano 8257. A chiederne la riattivazione la consigliera di Impegno civico Daria Pulz, ricordando la petizione ‘Il servizio migranti di Aosta non deve chiudere’ del 2015 sottoscritta da 990 persone.

Sportello Unico

Nella risposta l’assessore alle Politiche sociali Chantal Certan ha spiegato: «Il servizio nato nel 1991 in via Antica Zecca ha svolto un ruolo qualificato di sostegno al fenomeno migratorio, che è cambiato in questi anni. Nel contempo l’amministrazione regionale ha concentrato i servizi in un unico sportello sociale che svolge un’azione di vaglio delle problematiche, semplificazione e ottimizzazione delle risorse umane». Cita Certan i bandi di due milioni di euro per l’integrazione e il progetto Fami e conclude: «I servizi continuano e riaprire sarebbe arretrare rispetto al sistema di servizi messo in atto negli ultimi tre anni».

La storia

Ribatte Pulz: «Non credo assolutamente che la riapertura sarebbe un doppione, lo sportello sociale non riesce più a rispondere alle variegate esigenze».

Nell’illustrazione dell’interpellanza aveva ripercorso la storia del Centro. «Nacque nel 1991 in via Antica Zecca per rispondere alle esigenze dei primi migranti che arrivavano in Valle d’Aosta. Il servizio era assai apprezzato, era uno spazio interculturale importante. Il servizio migranti era finanziato dal Comune di Aosta prima e dalla Regione poi. Alla fine dell’anno 2015 i fondi si interruppero. A quasi tre anni dalla chiusura, i dati di contesto restituiscono l’evidenza di un servizio necessario e insostituibile».

Pulz ha poi snociolato di dati: «eppure tale servizio aveva registrato 6400 passaggi nel 2014, con una media di 520 passaggi al mese nei primi dieci mesi del 2015. A questo si devono aggiungere 1500 consulenze a enti pubblici e privati. Il lavoro era infatti diventato ancora più ricco di complessità con l’arrivo dei richiedenti asilo nel 2014».

Ha concluso: «ha saputo gestire il fenomeno migratorio con capacità di analisi e di intervento tanto professionali che la comunità valdostana non ha dovuto lamentare, almeno fino al 2015, particolari disagi e ha provveduto, anzi, ad avviare e a consolidare proficui percorsi di inserimento degli stranieri nella comunità».
(danila chenal)

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