Regione VdA: il presidente Spelgatti chiede «margini più ampi di autonomia»
Lo ha sottolineato il presidente Spelgatti, intervenendo a Palazzo regionale alla presenza di Erika Stefani ministro per gli Affari regionali e le Autonomie
Regione VdA. «Margini più ampi di autonomia è il terreno su cui Valle d’Aosta dovrà confrontarsi con il Ministro affinché questa terra possa lavorare per avere qualcosa in più rispetto a quanto ha ora». Lo ha sottolineato il presidente della Regione Valle d’Aosta Nicoletta Spelgatti, intervenendo a Palazzo regionale alla presenza di Erika Stefani ministro per gli Affari regionali e le Autonomie, ospite ad Aosta, per la chiusura della decima edizione della Scuola per la democrazia.
Decisioni dal basso
Spelgatti ha detto ancora: «il centralismo è devastante, le decisioni devono partire sempre più dal basso. E’ necessaria un’inversione rispetto a quanto il sistema ha prodotto, Europa in testa. Solo un’Europa dei popoli potrà essere forte. Solo nel momento in cui lo Steto riuscirà a portare le potestà decisionali vicino alla gente sarà credibile e otterrà la fiducia dei cittadini». Citando le rivendicazioni autonomiste di Veneto e Lombardia Spelgatti ha puntualizzato: «si sta finalmente dando voce ad articoli della Costituzione che erano stati messi da parte». Ha concluso: «Le diversità vanno preservate, solo così si potrà guardare al futuro».
Il presidente del Consiglio Valle (dimissionario) Antonio Fosson ha chiesto al Ministro di «sostenere l’autonomia, le diversità che arricchiscono il Paese» e ha ricordato «l’esigenza di una maggiore autonomia finanziaria».
Stefani, più spazio agli Enti locali
«L’esistenza di terre diverse e di contesti diversi è la grande potenza dell’Italia. I tentativi di cercare di accentuare un sistema centralista non ha risposto a problematiche che stanno emergendo in maniera prepotente. Il tentativo di omogeneizzare ha creato creato un grosso divario, creando problemi. Oggi tentare di uniformare significa ingessare un Paese. Bisogna lasciare agli Enti locali possibilità di governare i loro territori». A puntualizzarlo il ministro per gli Affari regionali e le Autonomie. Cita il ministro il regionalismo differenziato come possibile risposta e «il sistema di Conferenza che diventa basilare. E’ forma di partecipazione vera. Chi interviene in Conferenza deve avere una forte rappresentatività come Anci». Rivolgendosi alla platea di giovani amministratori ha detto: «Oggi gli amministratori hanno bisogno di grandi professionalità nelle proprie strutture. Occorre una capacità di gestione delle competenze laddove c’è autonomia. Sono grandissime sfide culturali. Dobbiamo creare figure decisionali».
Regionalismo differenziato
«Nessuno prima di ora aveva parlato di autonomie diversificate, di regionalismo differenziato. Quello che mi è stato affidato è un lavoro complesso e duro. Il Veneto e la Lombardia sono forte di un referendum che ha detto sì all’autonomia. A queste si è unita la richiesta dell’Emila Romagna con la quale è già stato sottoscritto un pre-accordo. Altre regioni si sono aggiunte. Le richieste sono tutte diverse tra loro. Le preintese hanno aperto il dibattito ma non vincolano. La richiesta di competenze sono incentrate su settori su cui le regioni si sanno esprimere con efficienza e in quei settori dove lo stato si è dimostrato inefficiente».