UniVdA: il capo dell’esecutivo può restare presidente dell’ateneo
No dell'aula a un cambio di Statuto
No del Consiglio Valle a un cambio di Statuto dell’UniVdA. Sotto i riflettori dell’ aula del consiglio regionale è finita questa mattina, come esordio della seconda giornata dei lavori, il tema dell’ Università della Valle d’Aosta ed il suo Statuto. In discussione sia il ruolo del presidente del consiglio dell’Ateneo, che secondo Daria Pulz (Adu), proponente della mozione «non deve essere il presidente della regione», sia la figura del Rettore, che, sempre secondo la rappresentante di Adu «non deve governare UniVdA nei ritagli della sua giornata». La mozione è stata respinta con sei voti a favore e ventisette astensioni.
Il dibattito
La consigliera Daria Pulz nella mozione chiedeva due cose sostanziali: no al presidente della regione alla presidenza del consiglio di UniVdA e un Rettore Magnifico (meglio se Magnifica ha detto Pulz) alla guida dell’Ateneo, soprattutto ha aggiunto la rappresentante di Adu «che si occupi dell’Università non nei ritagli di tempo libero ma a tempo pieno». Pulz ha caldeggiato anche l’opzione di un incarico di Rettore aperta anche a professori ordinari non di ruolo dell’ateneo a condizione che, entro l’anno accademico successivo alla nomina entri a fare parte del personale incardinato nell’Università. Su questo tema si è sviluppata una discussione ampia e partecipata che ha coinvolto tutte le forze politiche.
Articolato l’intervento della consigliera leghista Nicoletta Spelgatti. L’ex presidente della regione ha condiviso la tesi di Pulz sulla necessità che il rettore operi a pieno tempo in UniVdA mentre si è detta «fermamente contraria alla separazione del ruolo di presidente di UniVdA da quello di presidente della regione. «Verrebbe a mancare – ha detto – quella conoscenza generale dei problemi della Valle d’Aosta che per il presidente dell’Ateneo sono requisito fondamentale. Bisognerebbe invece cambiare rotta all’Ateneo, scegliere altri Corsi differenti da quelli che fanno Università che hanno bacini di utenza molto più grandi di quello valdostano». Su un punto è stata chiara. «No ad un Rettore a tempo parziale. Non si può dirigere una Università solo quando si ha tempo libero».
Al dibattito si sono proposti anche l’assessore Laurent Viérin, che ha affermato che «su UniVdA non siamo all’Anno Zero. Tante cose buone sono state fatte in Valle nel mondo per la cultura valdostana, cose che non devono essere né dimenticate né svilite». Per la consigliera del M5S, Maria Luisa Russo, «il presidente del consiglio dell’UniVdA deve essere affidato a un delegato del presidente della regione». Per quanto attiene al Rettore, ha aggiunto «per le sue funzioni di indirizzo, di iniziativa e di coordinamento delle attività scientifiche e didattiche, il ruolo deve essere affidato ad un professore ordinario dell’Ateneo o che lo diventi a breve».
La replica
Dopo gli interventi di numerosi consiglieri di maggioranza e opposizione, è toccata all’assessore all’Istruzione Chantal Certan. «Nei suoi primi 20 anni di vita UniVdA è cresciuta e ha fatto anche un salto di qualità. Non è giusto criticare sempre e solo le ingerenze politiche. Ricordiamo che le criticità si sono manifestato all’interno degli organi di UniVdA». Drastico il consigliere Elso Gerandin (Mouv’). «Non è importante se a gestire UniVdA sia il presidente della regione oppure un assessore. Fondamentale è che la politica stia fuori dall’Ateneo». All’atto del voto, che ha avuto esito negativo per la mozione, la consigliera Pulz ha ribadito che «non accetterà nessuna mutilazione del documento. Comunque – ha concluso Pulz – l’astensione della maggioranza ci delude. Riflettere ancora? Abbiamo avuto 20 anni di tempo. Basta!»
(a.c.)