Spaccio e denaro falso ad Aosta, tuona un commerciante: «io non c’entro niente»
«Non c’entro niente con la vicenda di spaccio ad Aosta». E’ arrabbiato Paolo Fassino, titolare del negozio “Spazio Musica” di via Trottechien, Aosta, contro il quale sarebbe stato puntato il dito da più persone in seguito alla notizia divulgata ieri sera, lunedì 6 maggio, da alcuni organi di informazione sulla chiusura di una inchiesta che vede indagati il proprietario di un alloggio, Pietro Giovanni Manca, e una donna, Giorgia Mauro, il primo con l’accusa di agevolazione all’uso di stupefacenti e la seconda per traffico e detenzione illeciti di stupefacenti.
«Quanto pubblicato mi danneggia – tuona Paolo Fassino -, perché in un caso si fa riferimento a un negozio, quando invece si tratta di un appartamento nel quale veniva ceduta e consumata droga e in altro stata pubblicata una fotografia (quella che pubblichiamo anche noi, ndr) che non corrisponde assolutamente alla realtà dei fatti, poiché in primo piano si vede il mio negozio, che è completamente estraneo alla vicenda».
Due fatti congiunti
In seguito a approfondite indagini di carabinieri e polizia su fatti che sembravano inizialmente disgiunti, l’ufficio inquirente condotto dal procuratore capo Paolo Fortuna li ha ricondotti allo stesso contesto criminogeno. Alla fine sono sei, a vario titolo, gli indagati.
Al pensionato Pietro Giovanni Manca, 55 anni, viene contestata l’agevolazione all’uso di stupefacenti ad almeno 23 persone, di cui 16 minorenni che frequentavano l’alloggio di via Trottechien. Giorgia Mauro, invece, che era stata raggiunta in un primo momento insieme a Manca da una misura cautelare (arresti domiciliari, convertiti poi per la donna in obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria) oggi viene accusata di traffico e detenzione illeciti di stupefacenti.
Dall’attività investigativa, emerge che la donna non agisse da sola, ma in concorso con un uomo residente in Valle, che risulta indagato. Lo spaccio avrebbe avuto inizio nel 2016 e sarebbe proseguito fino a ottobre del 2018.
Denaro falso
Mettendo sotto la lente gli stupefacenti ceduti e consumati nell’abitazione di Manca, la Procura è arrivata a individuare tra i frequentatori della casa tre giovani ritenuti responsabili che si sarebbero procacciati del denaro falso e di aver usato una carta prepagata “superflash”, ottenuta tra i frequentatori della casa e passata di mano in varie occasioni a seconda del bisogno. Denaro e carta prepagata sarebbero stati utilizzati per fare acquisti “gabbando” i venditori.
I falsari, o gli intermediari, che hanno fornito le banconote false da 50 euro non sono stati individuati. Per gli inquirenti, gli accusati per utilizzo di denaro falso, avrebbero agito in due momenti. Il primo nel settembre 2018 e gli altri due intorno a gennaio di quest’anno. Con il denaro in tasca avevano architettato di imbrogliare i venditori di due personal computer tramite annunci online.
Il raggiro online
In un caso, il 5 gennaio, un venditore è stato gabbato. L’ignaro inserzionista, ricevuto da uno dei giovani 9 banconote (false) da 50 euro aveva ceduto il suo pc. Il secondo tentativo, due giorni dopo, è stato scoperto. Il venditore, vistosi consegnare 14 banconote sempre da 50 euro, aveva precauzionalmente deciso di far verificare la validità dei soldi tramite il rilevatore di un esercizio commerciale vicino. Verificata la falsità, aveva avvertito la Polizia. Era così accorsa la Squadra mobile, che aveva identificato l’acquirente/truffatore e un suo complice. Per il primo caso l’accusa è di truffa, mentre per il secondo è tentata truffa in concorso.
La carta superflash
I tre ragazzi, ai quali è contestato l’indebito utilizzo di carte di credito, avrebbero operato in quattro occasioni: due lo scorso 30 ottobre e le altre in momenti diversi. La carta è servita a tre per effettuare acquisti in una boutique di Aosta (per 600 euro) e in un negozio di Saint-Christophe (per 999 euro); nei restanti casi per prelevare in due riprese 390 euro da un bancomat di piazza Chanoux, ad Aosta.
I sei indagati hanno 20 giorni ti tempo per chiedere di essere sentiti in Procura.
(re.newsvda.it)