Morto al quartiere Cogne, la procura apre un fascicolo
Restano da definire le cause della morte di Valerio Zangla
Morto al quartiere Cogne, la procura di Aosta ha aperto un fascicolo. La polizia indaga sul decesso di Valerio Zangla. Il quarantenne di origine siciliana e residente nel capoluogo valdostano ha perso la vita venerdì 6 settembre in un alloggio del quartiere Cogne per cause ancora da definire. L’ipotesi di reato è ‘morte in conseguenza di un altro reato’. Il fascicolo è affidato al sostituto procuratore Eugenia Menichetti. Ieri si è svolta l’autopsia sul corpo dell’uomo, che non ha dato risultati certi sulla causa della morte. I risultati degli esami tossicologici si conosceranno solo tra qualche settimana: tra le ipotesi al vaglio degli inquirenti c’è infatti anche l’overdose. Sull’accaduto indaga la squadra mobile di Aosta. Zangla si trovava a casa di un amico. La polizia sta effettuando verifiche su eventuali episodi analoghi avvenuti in passato. A stroncarlo, secondo un’ipotesi iniziale, un cocktail mortale di psicofarmaci.
Il profilo
L’uomo era seguito dai servizi sociali ed era ospite in una struttura. La vittima si trovava nell’abitazione di un amico (anche lui seguito dai servizi sociali), quando ha perso conoscenza. Sul posto sono intervenuti i tecnici e i medici del 118 ma i tentativi per salvarlo sono stati vani. Zangla era un appassionato di rettili, in passato aveva tenuto in casa (in una teca) un boa. Una passione che lo aveva portato a conoscere il giornalista Enzo Parretta, con cui nel 2011 aveva partecipato a un documentario sui rettili per la Rai. Parretta ricorda così il suo amico: «Esagerava con cibo, sigarette e liquori, ma con il resto aveva smesso. Era grande e grosso, umile e dolce, generoso e gentile. Era solo: la madre e i fratelli in Sicilia. Ma sognava, come gli altri. Sapeva tutto su funghi allucinogeni, sostanze strane e psicofarmaci. Era buono. Era esagerato. Valerio era mio amico. Un buon amico».