Sospensione Manfrin, botta e risposta tra Lega e Ordine dei Giornalisti
Il commissario della Lega Valle d'Aosta, Marialice Boldi critica la sospensione di tre mesi; il Consiglio dell'Odg replica
Botta e riposta tra Lega e Ordine dei Giornalisti della Valle d’Aosta in merito alla sospensione per tre mesi comminata ad Andrea Manfrin. Il capogruppo in Consiglio regionale della Lega Vallée d’Aoste è anche un giornalista pubblicista; il Consiglio territoriale di disciplina lo ha sospeso tre mesi per aver utilizzato il termine “clandestino” riferendosi a un migrante.
La posizione della Lega
«Ho appreso con disappunto, ma nemmeno con eccessivo stupore, della sospensione comminata al nostro consigliere regionale – commenta sulla pagina Facebook della Lega Vallé d’Aoste il commissario Marialice Boldi -. Il post è stato scritto su un profilo Facebook personale e il termine ‘clandestino’ non è stato utilizzato nel contesto di un articolo professionale. Per tale ragione ritengo pretestuoso il riferimento alla Carta di Roma».
Inoltre «in Italia, è ben noto, vige il reato di clandestinità e in Italia i clandestini esistono eccome».
Marialice Boldi esprime «piena solidarietà a Manfrin, che certamente saprà far valere le sue ragioni ricorrendo avverso la sospensione e, sommessamente ma non troppo, mi permetto di far notare che mi sembra che non sempre le decisioni prese in ambito ordinistico siano assunte in maniera equanime».
La replica dell’Ordine dei Giornalisti
«Consideriamo grave che un non iscritto si permetta di giudicare una decisione del Consiglio territoriale di disciplina, spostandola sul piano politico e senza conoscere le regole della deontologia professionale – si legge nella nota dell’Odg -. Pertanto, riteniamo del tutto inappropriate le esternazioni del Commissario Marialice Boldi che, come il collega Manfrin, evidentemente ignora (perché non conosce o perché non se ne cura) le regole che i giornalisti – sempre e non soltanto durante l’esercizio della professione – debbono rispettare»
«Leggiamo le considerazioni del Commissario Marialice Boldi e prendiamo atto anche del suo “disappunto” – prosegue la nota -, ma riteniamo grave l’esternazione secondo la quale “non sempre le decisioni prese in ambito ordinistico siano assunte in maniera equanime».
«Esprimiamo, pertanto, la nostra piena solidarietà e il nostro sostegno al Consiglio di Disciplina territoriale, che ha comminato la sanzione della sospensione dall’attività giornalistica per tre mesi, provvedimento severo, certo, molto grave per un iscritto all’Ordine, e senza dubbio alcuno giunto in esito ad una puntuale ed approfondita analisi del fatto», conclude la nota del Consiglio dell’Ordine dei Giornalisti della Valle D’Aosta.
(re.newsvda.it)