Processo Geenna: l’inchiesta sul voto di scambio al centro della seconda udienza
Oltre al processo aostano per i cinque imputati che non hanno scelto riti alternativi, a Torino sta proseguendo l'udienza dell'abbreviato
Processo Geenna: l’inchiesta sul voto di scambio al centro della seconda udienza.
Ha preso il via intorno alle 9.30 di giovedì 4 giugno la seconda udienza relativa al processo Geenna. Il primo a raggiungere il Tribunale di Aosta è stato Marco Sorbara (imputato di concorso esterno in associazione mafiosa) accompagnata dall’avvocato Corrado Bellora e dal fratello (e avvocato) Sandro Sorbara.
Qualche minuto dopo, dall’ingresso laterale del Palazzo di giustizia sono entrati – trasportati con i “cellulari” della Polizia penitenziaria – Nicola Prettico, Antonio Raso e Alessandro Giachino; quest’ultimo, appena sceso dal mezzo, ha urlato presumibilmente per salutare alcune persone (presumibilmente amici e famigliari) che era posizionato dietro alle transenne.
A differenza di quanto avvenuto ieri, non tutti gli imputati sono presenti in aula; all’appello manca Monica Carcea. Ma quello aostano non è l’unico processo sul caso Geenna ad andare in scena oggi. Infatti, a Torino, davanti al gup Alessandra Danieli è in corso anche una delle ultime udienze per gli imputati che hanno scelto il rito abbreviato.
Qui Aosta
In aula, il pm Stefano Castellani ha continuato a porre domande al luogotenente del Nucleo investigativo dei Carabinieri.
Il tema della mattinata è l’inchiesta – ancora aperta – Egomnia sulle elezioni regionali del 2018. Il militare ha spiegato che l’inchiesta Egomnia «inizia nel gennaio 2018» perché terminata l’inchiesta Geenna «ci siamo accorti che c’era un’importante attività investigativa da sviluppare. Abbiamo cercato di verificare un eventuale condizionamento da parte degli attuali indagati di Geenna sulle elezioni Regionale e Politiche del 2018».
Con Egomnia, per la prima volta, è stato intercettato direttamente Marco Sorbara (così non era stato in Geenna). Il carabiniere ha anche precisato che, come avvenuto in Geenna, «abbiamo intercettato anche Alessandro Giachino, Nicola Prettico e Monica Carcea».
Sono state poi effettuate intercettazioni ambientali davanti a casa di Marco Fabrizio Di Donato e davanti al ristorante La Rotonda. E proprio nel ristorante di Raso, vista la difficoltà di piazzare e togliere le microspie, sono state riattivate quelle che erano state posizionate per Geenna.
Proseguendo nella sua ricostruzione, il luogotenente ha spiegato che Monica Carcea aveva un «continuo confronto con Raso» e numerosi incontri con quest’ultimo «per definire questioni relative all’attività politica» dell’ex assessora di Saint-Pierre. Ma i militari hanno anche documentato incontri tra Carcea ed esponenti politici di spicco, pronti a una ricandidatura (alle Regionali del 2018), come Antonio Fosson e Stefano Borrello. Passando al monitoraggio eseguito nei confronti di Raso, il militare ha spiegato che praticamente tutti gli incontri di interesse investigativo che riguardano il ristoratore sono con Carcea e con Marco Sorbara.
Proprio riguardo al consigliere regionale sospeso, «i servizi di osservazione più rilevanti sono tre: il 9 maggio, Sorbara era stato invitato ad aperitivo dal proprietario della cantina» di cui si parla spesso in Geenna. Al bar è stato visto anche Giacomo Sorbara (non imparentato con Marco ndr) che era stato indagato in Lenzuolo. Un altro episodio riguarda un incontro tra Sorbara e Giuseppe Rao (indagato in Lenzuolo ndr). «Poi, il 1° giugno – ha proseguito l’investigatore -, davanti a un bed and breakfast, alla presenza di tutta la famiglia» del proprietario della cantina», è stato visto Sorbara. In quell’occasione «c’erano anche Augusto Rollandin, Michele Fonte (cognato di Facchineri Luigi) e Giorgio Raffa (fratello del Raffa di Tempus Venit)».
Per quanto riguarda Prettico, invece, i militari hanno documentato «il 10 aprile un incontro con Augusto Rollandin». Ma anche un incontro con Giulio Grosjacques, sindaco di Brusson. Sull’auto di Prettico, in aggiunta, era stata posizionato un GPS e una microspia; tecnologie che hanno consentito agli investigatori di riscontrare un incontro con un parente del latitante Luigi Facchineri e altri con Giachino e Carcea.
Riguardo a Giachino, infine, il militare ha ricostruito vari incontri, soffermandosi molto su quello avvenuto a casa dell’imputato a cui ha partecipato anche l’allora presidente della Regione Laurent Viérin, insieme a Roberto Alex Di Donato (imputato nel processo in abbreviato) e Massimiliano Raffaelli (non indagato).
In foto, Marco Sorbara davanti al Tribunale insieme all’avvocato Corrado Bellora e ai suoi fratelli Sandro e Cosimo.
(f.d.)