Geenna ed Egomnia: «Ho organizzato io l’incontro tra Laurent Viérin e Roberto Di Donato»
Massimo Raffaelli, sentito come testimone, ha spiegato che non reputava un'amicizia sconveniente quella con Roberto Alex Di Donato che «è una brava persona»
Geenna incontra Egomnia: «Ho organizzato io l’incontro tra Laurent Viérin e Roberto Di Donato».
«Non è un mistero che alle ultime elezioni regionali ho sostenuto Laurent Viérin. Al lavoro (i due sono colleghi ndr) Giachino mi ha espresso la volontà di appoggiare e sostenere Viérin, quindi io, come faccio in questi casi, mi sono attivato e siamo riusciti a metterci d’accordo per vederci a casa di Alessandro Giachino. Ci siamo visti lì perché poi doveva andare a lavorare e anche io. Lui era a casa a mangiare. Ho organizzato io l’incontro». Lo ha riferito Massimo Raffaelli – testimone sentito nell’ambito del processo Geenna – rispondendo alle domande del pm.
Il riferimento è all’incontro avvenuto nel 2018, in piena campagna elettorale, tra l’allora presidente della Regione Laurent Viérin (dimessosi a dicembre dalla carica di assessore regionale perché indagato per scambio elettorale politico-mafioso), Alessandro Giachino e Roberto Alex Di Donato (entrambi imputati per 416 bis in Geenna).
Il testimone ha ricostruito il fatto che «Di Donato rimase colpito dalla lettera che Viérin pubblicò su un giornale come ricordo di sua madre. Anche Roberto aveva perso la mamma per un brutto male». In quell’incontro, ha spiegato il teste, Di Donato si offrì di organizzare un aperitivo «per conoscere possibili simpatizzanti o elettori». Aperitivo che poi fu effettivamente organizzato e a cui partecipò Laurent Viérin. «E’ stato un aperitivo come tanti che si fanno nel periodo prima delle elezioni», ha precisato Raffaelli.
Il pm Stefano Castellani ha quindi chiesto: «Ha mai parlato dei precedenti di Roberto Alex Di Donato a Viérin?». Risposta: «Si. Lui ne era ignaro».
Altra domanda: «Non ha pensato che fosse poco opportuno presentarli?». Raffaelli: «Con il senno di poi si. All’epoca no».
Poco prima, però, parlando del suo rapporto con Giachino, il teste aveva affermato di aver chiesto «tre volte ad Alessandro se, oltre al lavoro, avesse rapporti con Marco Fabrizio Di Donato (fratello di Roberto, anche lui imputato in Geenna ndr). Lo chiesi perché conoscendo i trascorsi di Marco e visto il rapporto di amicizia che ho con Giachino, ero preoccupato. Temevo che venisse invischiato in cose illecite. Alessandro mi giurò che aveva solo rapporti di lavoro con Marco Fabrizio Di Donato».
Ma il ragionamento non fu lo stesso per Roberto Alex, che aveva precedenti penali. «Ho sempre pensato che un’amicizia sconveniente sarebbe solo quella con Marco Fabrizio. Roberto l’ho sempre reputato una brava persona nonostante i precedenti. E’ una valutazione personale la mia. Quando nel 2007 venne fuori il problema che Roberto ha avuto con il traffico di droga io sono caduto dal pero. Non ci credevo. Roberto per me è una brava persona».
(f.d.)