‘Ndrangheta, Gianni Mongerod fu indagato ma poi archiviato nell’inchiesta Geenna
Il dettaglio è emerso oggi, giovedì 25 giugno, durante l'udienza del processo in cui era chiamato a testimoniare
Il dipendente regionale, attualmente “emergency manager” a Piazza Deffeyes, Gianni Morgerod è stato indagato per concorso esterno in associazione mafiosa nell’inchiesta Geenna su presunte infiltrazioni della ‘ndrangheta in Valle d’Aosta. La sua posizione, però, è stata archiviata su richiesta della DDA nel dicembre 2019.
E’ quanto emerso oggi, giovedì 25 giugno, nell’ambito del processo Geenna ad Aosta. Mongerod figurava tra i testi chiamati in aula dalla difesa di Monica Carcea (avvocati Claudio Soro e Francesca Peyron), l’ex assessora a Saint-Pierre imputata per concorso esterno. Tuttavia, appena il teste è entrato in aula, è stato sollevato un dubbio: la sua posizione è stata ufficialmente archiviata dal gip?
Per vederci chiaro, il pm Stefano Castellani ha contattato gli uffici del Tribunale di Torino e, dopo qualche minuto, ha comunicato che «Gianni Mongerod era stato indagato in questo procedimento e archiviato per il reato di cui all’articolo 110-416 bis il 10 dicembre 2019 nel procedimento separato stralciato da quello originario 25711/19».
Il teste ha quindi potuto deporre in aula e, risponendo alle domande dell’avvocato Soro, Mongerod ha spiegato di essere stato assunto in regione a seguito di concorso «nel 1997 come impiegato tecnico» e infine, nel 2013, «sono diventato emergency manager di Palazzo regionale».
Il teste ha poi confermato di conoscere Carcea, «me l’ha presentata alla Rotonda da Antonio Raso (imputato per associazione mafiosa ndr). Ma fu una presentazione “piacere, piacere”. Poi l’ho vista a un comizio dell’Uv nel 2018».
Soro ha quindi domandato: «Ha mai effettuato comunicazioni per conto di Marco Fabrizio Di Donato in ordine al comportamento dell’ex assessore di Saint-Pierre Alessandro Fontanelle nei confronti di Carcea?». Risposta: «No, allora. La questione fu più semplice di quanto ho letto sui giornali. Una sera andai da Tonino (Raso ndr) e lui mi disse: “Guarda che tuo cugino (Fontanelle ndr) ce l’ha con i meridionali. Io risposi con una battuta e la cosa finì lì. Dopo questo episodio incontrai per caso Fontanelle a Palazzo. Mentre lui passava dissi: “Com’è che ce l’hai con i calabresi?”. Fu lui a dirmi poi che non andava d’accordo con Carcea per motivi caratteriali».
In aula ha quindi preso la parola il pubblico ministero, il quale ha chiesto a Mongerod se «Raso le ha mai chiesto di organizzare un incontro per parlare con altre persone di Monica Carcea?». «Che io ricordi no – ha affermato il dipendente regionale -. Raso era un amico e andavo a ristorante a mangiare. Lì facevamo discorsi da bar. Io non ho mai fatto il segretario di nessuno».
Sollecitato da Castellani, il quale ha citato alcune mail che Raso aveva mandato a Mongerod e che quest’ultimo aveva girato all’allora assessore regionale Ego Perron (per lui la DDA aveva chiesto l’archiviazione, ma il gip si è opposto chiedendo altre indagini il cui termine scadrà a ottobre), il teste ha spiegato che «con Perron c’è un rapporto di amicizia, era il mio assessore». Tuttavia, Mongerod ha affermato di «non sapere nulla» di un incontro tra Perron e l’ormai ex sindaco di Saint-Pierre Paolo Lavy; secondo quanto riferito dall’ex amministratore, Perron chiese un incontro per chiedere «come va a Saint-Pierre? Come sono i rapporti con Carcea?».
(f.d.)