Processo Geenna, Mauro Baccega: «In Giunta ad Aosta mai avuto problemi con Sorbara»
L'attuale assessore regionale, sentito come teste della difesa, ha anche parlato della vicenda degli arredi in disuso del comune di Aosta che furono alienati a favore di San Giorgio Morgeto
L’allora sindaco di Aosta Bruno Giordano operava «una conduzione equilibrata della giunta. C’era sintonia operativa e in quegli anni non ho mai avuto problemi con Marco Sorbara», ex assessore alle Politiche sociali di Aosta e attuale consigliere regionale sospeso imputato per concorso esterno in associazione mafiosa. Lo ha riferito l’attuale assessore regionale alla Sanità – assessore comunale alle Finanze all’epoca dei fatti – Mauro Beccega, sentito come testimone della difesa nell’ambito del processo Geenna su presunte infiltrazioni della ‘ndrangheta in Valle d’Aosta.
Rispondendo alle domande dell’avvocato Corrado Bellora (difesa Sorbara), Baccega ha spiegato: «Io attualmente in regione ho le stesse deleghe che Sorbara aveva in comune. Si tratta di deleghe che ti portano per forza di cose a stare tanto in ufficio, ma anche a stare tanto “sul territorio”. Poi lui aveva la delega all’edilizia residenziale pubblica, che era una delega di peso».
I mobili del comune di Aosta
L’attuale assessore regionale ha poi confermato di essere stato lui, nel 2012, a proporre in giunta l’alienazione degli arredi in disuso del comune di Aosta e la conseguente donazione degli stessi al comune calabrese di San Giorgio Morgeto. «Ricordo che San Giorgio Morgeto fece richiesta di letti, armadietti e comodini per arredare, mi pare, una microcomunità – ha affermato Baccega -. Tutta la giunta era d’accordo con la delibera che portati, perché i beni erano accatastati in un magazzino. La delibera diede l’indirizzo di alienare i beni anche in virtù della carta dell’amicizia che lega Aosta a San Giorgio Morgeto. Io però dopo qualche mese andai in Regione (perché eletto in Consiglio Valle ndr), quindi persi un po’ di vista il percorso. Immagino che ci siano state delle determina dirigenziali poi».
Lo spazio espositivo a la Foire
Secondo la DDA di Torino, come si evince dall’ordinanza del 23 gennaio 2019, nel gennaio 2017 Sorbara fu «”scavalcato” dall’assessore regionale Baccega nell’organizzazione di uno spazio per gli artigiani di San Giorgio Morgeto alla Fiera di Sant’Orso».
Sul punto, il gip precisa: «Occorre premettere che, ogni anno, durante la Fiera l’amministrazione comunale di Aosta mette a disposizione di quella di San Giorgio Morgeto una sala comunale per l’esposizione di prodotti di artigianato locale. Nel 2017 la domanda da parte del sindaco di San Giorgio Morgeto perveniva in ritardo e per tale motivo il vice sindaco di Aosta, non vedendo richieste, concedeva la medesima saletta per esporre prodotti artistici valdostani, estromettendo così gli artigiani calabresi».
Sorbara, quindi, «avuta contezza di ciò, si è speso al fine di ottenere quantomeno la condivisione della sala tra espositori valdostani e sangiorgesi. Dalle intercettazioni è emerso come che il 3 gennaio 2017», l’allora assessore comunale, «si sia recato presso la pizzeria di Antonio Raso (imputato in Geenna per 416 bis ndr) per lamentarsi dell’intromissione di Baccega, all’epoca assessore regionale alle opere pubbliche, nei suoi rapporti con l’amministrazione comunale di San Giorgio Morgeto». Raso avrebbe espresso «il suo disappunto per l’intromissione di Baccega nei rapporti tra l’amministrazione comunale di Aosta e quella del comune calabrese, dicendo a Sorbara di rispondere per iscritto alle autorità sangiorgesi. In questo modo, qualora Baccega avesse fatto leggere a qualcuno il suo sms per dimostrare di essersi interessato, anche lui avrebbe avuto un documento scritto da mostrare per provare il proprio interessamento». In quell’occasione, Sorbara avrebbe anche mostra al ristoratore un messaggio sull’argomento ricevuto da Baccega. Sempre in base a quanto si legge nell’ordinanza, «Sorbara, dinanzi a Raso, prepara l’sms di risposta per l’assessore regionale Baccega, ma prima di inviarlo ne dà lettura a Raso, il quale non approva quanto scritto e detta personalmente il testo».
(f.d.)