Coronavirus: le “armi” sul territorio ci sono, ma in Valle d’Aosta «troppi ricoveri»
Il direttore amministrativo dell'Ausl assicura: «Come forniture di ossigeno e bombole siamo tranquilli»
Coronavirus: le “armi” sul territorio ci sono, ma in Valle d’Aosta «troppi ricoveri».
Mentre l’ospedale Parini di Aosta continua ad aprire nuovi reparti Covid, avvicinandosi pericolosamente alla saturazione, la battaglia con il virus prosegue anche sul territorio. «Le Usca prendono in carico il paziente ed fondamentale che, in caso di necessità, possano fornire ai positivi i contenitori di ossigeno liquido (le “bombole” ndr), perché questo consente di evitare che i pazienti debbano venire in ospedale, magari in condizioni ancora più gravi». Lo afferma il direttore amministrativo dell’Ausl VdA Marco Ottonello.
L’intervista è pubblicata su Gazzetta Matin nell’edizione di lunedì 9 novembre.
Continua: «Al momento abbiamo 116 pazienti a domicilio con l’ossigeno e il dato è in linea con i numeri che avevamo nella fase acuta della prima ondata. L’ossigeno veniva già utilizzato per altre patologie prima del Covid, però adesso abbiamo un incremento del 20% rispetto a un periodo normale». La buona notizia è che «come forniture di ossigeno siamo tranquilli – aggiunge Ottonello -. Abbiamo un appalto con una ditta che ci fornisce i contenitori di ossigeno liquido e, in qualsiasi momento, possiamo aumentare le nostra richiesta. Al momento, quindi, non abbiamo problemi in questo ambito».
Non solo: l’Ausl si sta anche attivando per fornire uno smartphone ai pazienti positivi che si trovano in quarantena a casa e un pulsossimetro che permette di misurare l’ossigenazione del sangue. Il direttore amministrativo precisa: «Tramite lo smartphone, i parametri del paziente arrivano direttamente alle Usca e questo permette di monitorare con più facilità un numero superiore di pazienti».
DPI e reagenti per i tamponi
Nessun problema, stando a quanto afferma Ottonello, nemmeno per i dispositivi di protezione individuale. Spiega: «Avevamo già delle scorte, poi abbiamo fatto una grande gara europea per una decina di lotti e ci siamo aggiudicati forniture consistenti. Direi che per i prossimi sei mesi siamo a posto».
Sempre riguardo alle forniture, nella prima ondata era emersa una pesante criticità: la carenza di reagenti utilizzati per i tamponi. «Ora abbiamo scorte di reagenti per due mesi – afferma il direttore amministrativo -, ma l’intenzione è di arrivare ad averne per sei. I macchinari per la refertazione manuali ci consentivano di fare 250 tamponi al giorno, ora però ne abbiamo uno semiautomatico che è più veloce e semplice che ci permette di fare 500 tamponi al giorno. A breve quindi non invieremo più nulla fuori Valle, così da evitare i problemi e i ritardi che abbiamo visto in questo periodo. Io credo che dovremmo diventare autosufficienti per quanto riguarda i tamponi».
Sul punto, Ottonello aggiunge: «L’Ausl è performante dal punto di vista dei tamponi. Facciamo tanto screening con i test antigenici rapidi e questo, purtroppo, “sporca” il dato relativo ai positivi».
L’alto tasso di ospedalizzazione
A prescindere dalla grave situazione sanitaria in cui si trova la Valle d’Aosta e dalle problematiche legate al contact tracing e alla comunicazione dei dati, «a differenza di altre regioni – continua Ottonello -, noi facciamo davvero tanto screening, così scoviamo tanti positivi che poi vengono confermati con il tampone. Il problema però riguarda l’alto tasso di ospedalizzazione dovuto in parte anche al fatto che non possiamo dimettere alcuni pazienti perché le famiglie non possono riprenderli a casa o perché non possono tornare nelle micro. Abbiamo più di 100 pazienti attualmente ricoverati in ospedale, e di questi almeno una trentina potrebbe essere dimessa. Tuttavia, servirebbe una struttura di cura intermedia gestita dall’Ausl. Questo aspetto non era di certo imprevedibile, tant’è che già prima del Covid l’Azienda aveva fatto un piano che prevedeva di “prendere” tre strutture: Perloz, Morgex e Variney. Politicamente però ci hanno fermato…si ricorda che polemiche solo per Variney? Noi è da tempo che chiediamo strutture intermedie».
Federfarma: «Carenza bombole»
Dal monitoraggio effettuato da Federfarma, associazione che riunisce 18 mila farmacie in Italia, emerge che «ci sono difficoltà di reperimento di bombole di ossigeno per le cure domiciliari di pazienti affetti da patologie respiratorie o connesse al Covid-19, in particolare in Abruzzo, Basilicata, Campania, Liguria, Valle d’Aosta e alcune zone del Piemonte e della Sicilia».
La replica dell’Ausl
In una nota, l’Ausl VdA replica: «In riferimento alle rilevazioni del monitoraggio di Federfarma, che riferisce difficoltà di reperimento delle bombole di ossigeno nelle farmacie di alcune regioni italiane, l’Azienda Usl comunica che nel corso della giornata di ieri è stato effettuato un monitoraggio delle bombole disponibili sul territorio valdostano. La Sc Farmacia ha contattato le farmacie ed ha inviato un apposito file, in cui indicare con precisione l’entità delle giacenze e delle disponibilità di magazzino oppure le eventuali criticità legate a carenze di approvvigionamento. Sulla base dei dati raccolti, la Sc Farmacia ha trasmesso a tutte le farmacie un elenco dei fornitori a cui rivolgersi nel caso in cui quelli abituali fossero sprovvisti di bombole e, per le farmacie in carenza, l’elenco di quelle che hanno disponibilità, a cui indirizzare gli utenti. Si specifica che nelle strutture ospedaliere è garantito l’approvvigionamento di ossigeno».
(f.d.)