Corte dei conti: accolta la revocatoria nei confronti di Antonio Fosson
Nuova pronuncia nell'ambito dell'inchiesta contabile sui finanziamenti al Casinò; il procuratore Atelli: «Non resta a questo punto che attendere la decisione sul ricorso principale»
La Corte dei conti, sezione seconda giurisdizionale centrale d’Appello, ha accolto il ricorso promosso dal procuratore regionale della Valle d’Aosta Massimiliano Atelli. I giudici hanno quindi fornito il semaforo verde all’azione revocatoria promossa nei confronti dell’ex presidente della Regione Antonio Fosson, uno dei 22 politici che erano finiti a giudizio davanti alla Corte dei conti nell’ambito dell’inchiesta su un presunto danno erariale milionario derivante dalle erogazioni di denaro pubblico a favore del Casinò di Saint-Vincent.
Con questa sentenza, depositata mercoledì 16 dicembre, è stata revocato l’atto notarile con cui il politico aveva donato la nuda proprietà di vari immobili ai proprio figli.
La vicenda
Nel 2018, l’allora procuratore Roberto Rizzi aveva citato in giudizio Fosson e i suoi figli affinché venisse dichiarata la revocazione – nei confronti della Regione, in qualità di amministrazione danneggiata – dell’atto a rogito notarile (datato 21 gennaio 2017) con il quale il politico, riservandosi l’usufrutto, aveva donato la nuda proprietà di numerosi immobili in favore, appunto, dei figli. Secondo il magistrato contabile, l’atto di liberalità di Fosson sarebbe stato posto in essere in un momento successivo rispetto all’approvazione dei finanziamenti erogati nel 2013 e nel 2014 a favore del Casinò.
In primo grado, la revocatoria avviata su iniziativa della Procura era stata rigettata dai giudici. Decisione, quella dei giudici aostani, non condivisa dal procuratore Atelli, che aveva deciso di ricorrere in Appello.
La sentenza
Dopo aver ricordato che «la sezione territoriale si è pronunciata per il rigetto dell’azione pauliana, avendo attribuito verosimiglianza all’argomentazione difensiva secondo cui, considerata la situazione familiare, la costituzione di un vincolo di destinazione su immobili avrebbe mirato solo a tutelare i figli», nella sentenza i giudici di secondo grado sottolineano: «Trattasi di un’impostazione che, volendo rimanere sul piano della mera verosimiglianza, pare al Collegio niente affatto condivisibile alla luce della davvero singolare coincidenza temporale tra l’atto di dispozione dei beni e le iniziative istruttorie promosse dalla Procura contabile, accompagnate da un eco mediatica e da specifiche discussioni in Consiglio Valle, che lasciavano facilmente presagire che gli esponenti di verice dell’amministrazione regionale sarebbero stati tratti a giudizio davanti alla Corte dei conti». Circostanza, quest’ultima, che si è poi verificata; nel procedimento principale, Fosson è stato condannato al risarcimento a favore della Regione di 807 mila euro.
La sentenza di secondo grado sul presunto danno erariale è attesa nelle prossime settimane.
Il commento del procuratore
«Con l’accoglimento anche del quinto appello su cinque che avevo proposto sulle revocatorie degli atti di disposizione dei rispettivi patrimoni compiuti dai protagonisti del giudizio principale sulla vicenda Casinò – commenta il procuratore regionale Massimiliano Atelli -, non resta a questo punto che attendere la decisione sul ricorso principale, dopo l’udienza tenutasi nell’ottobre scorso».
(f.d.)