Processo Giroparchi: tutti assolti perché «il fatto non sussiste»
Il procedimento, svolto con rito abbreviato davanti al gup Giuseppe Colazingari, ruotava intorno alla presunta frode nei lavori di sistemazione di itinerari del Parco del Gran Paradiso, costati alla Regione 1,3 milioni di euro e finanziati con il Par Fas 2007-2013
Tutti assolti perché «il fatto non sussiste». E’ finito così in primo grado il processo relativo all’inchiesta Giroparchi. Il procedimento, svolto con rito abbreviato davanti al gup Giuseppe Colazingari, ruotava intorno alla presunta frode nei lavori di sistemazione di itinerari del Parco del Gran Paradiso, costati alla Regione 1,3 milioni di euro nell’ambito del progetto Giroparchi, finanziato con il Par Fas 2007-2013.
Le richiesta dell’accusa
Al termine della sua requisitoria, il pm Carlo Introvigne aveva chiesto due anni di reclusione per Alessandro Ceccon (49 anni) di Aosta, funzionario dell’ufficio tecnico progettazione sentieristica e cartografia dell’assessorato all’Ambiente; un anno due mesi e dieci giorni di reclusione e 2.400 euro di multa per Ennio Da Canal (60) di Quart, legale rappresentante della ‘Ecoval srl’ e dieci mesi per il suo direttore lavori Mauro Andrea Perino (47), di Bollengo (Torino); un anno e due mesi di reclusione per Duillio Gal (53), di Chatillon, un anno un mese e 20 giorni per Aldo Neyroz (61), di Sarre, dieci mesi di reclusione e 1.600 euro di multa per Manuel Lavoyer (40), di Pontey, tutti considerati direttori dei lavori dall’accusa.
Il pm aveva poi chiesto nove mesi e venti giorni di reclusione e 800 euro di multa ciascuno per i legali rappresentanti di impresa Mario Nera, di 60 anni, delle ‘3A spa’ e ‘3A srl’, ed Egidio Pelini (45), della ‘Ecn34’, entrambi di Roma, per Simona Maccarone (36) di San Gregorio di Catania (Catania), e Domenico Cavallaro (46), di Catania, della ‘Ingegneria e ambiente srl’.
L’assoluzione
Le accuse – a vario titolo – si riferivano a presunte difformità nei lavori eseguiti, rispetto ai progetti esecutivi. I numerosi rilievi avanzati dagli inquirenti riguardano, tra l’altro, il mancato piazzamento di funi, soste e cartelli, le staccionate posizionate vicino al parcheggio per evitare il trasporto in elicottero, nonché pozzetti progettati in cemento armato e costruiti invece in pietrame a secco, di dubbia qualità e robustezza.
Il gup non ha però accolto la tesi accusatoria e, giovedì 28 gennaio, ha assolto tutti gli imputati.
(f.d.)