Sanità, Tacchella (Spi-Cgil): «Punta il dito sull’efficienza e rilancia l’ospedale nuovo»
Per il sindacalista la colpa è dei tagli operati negli anni che hanno favorito lo smantellamento della sanità pubblica
Sanità, Tacchella (Cgil pensionati): «Difficile definirla eccellenza». Lo evidenzia nella sua analisi Graziano Tacchella della segreteria regionale Spi Cgil.
L’analisi
Scrive: «L’ospedale regionale Umberto Parini in questo periodo di elevata emergenza sanitaria mostra tutte le debolezze accumulate negli anni, figlie di una strategia politica per niente lungimirante che, anzi, ha preferito utilizzare le forbici su un settore, che invece doveva essere il primo posto dove incanalare investimenti. C’è stato forse in un passato, ormai troppo remoto, il periodo, in cui la nostra sanità era considerata un’eccellenza. Poi, come in una turbolente storia dal finale amaro, si è andati via via in discesa fino ad arrivare al punto in cui siamo ora con una sanità allo sbando».
Il nodo dei livelli di assistenza
Prosegue il sindacalista: «Tocchiamo in primis la questione dei livelli essenziali di assistenza (Lea), dove la Valle d’Aosta non spicca per eccellenza. Ci sono deficit evidenti anche nella prevenzione. Nella nostra regione manca, per esempio, un servizio epidemiologico. Il calo di finanziamenti ha portato a una discesa. Il cambiamento di vertici aziendali sia in Usl che in assessorato sono stati sicuramente tra le cause di questo decadimento. Un andirivieni di persone, che rivestono ruoli apicali, ha portato al declino, a cui assistiamo. La Regione ha sempre incentrato la sua politica sull’ospedale e , seguendo quell’ottica discutibile, sono stati ridotti i consultori. Senza contare che della Casa della Salute di Châtillon non se n’è più parlato. Un segno questo di evidente indebolimento di tutta la parte della sanità territoriale, su cui invece, per come è fatta morfologicamente la Valle d’Aosta, si sarebbe dovuto intervenire per potenziarla».
La questione ospedale
«Se si andasse nella direzione della ristrutturazione, l’ospedale necessiterebbe di 160 milioni di euro e ci troveremo, comunque, davanti a un rattoppo. Ci sono studi che, invece, mettono in evidenza come con quella cifra, se ne potrebbe fare uno ex novo».
Tacchella snocciola alcune problematiche: «Attualmente sul tetto dell’ospedale non può decollare l’elisoccorso per esempio, come invece accade in altri ospedali italiani. Non è un presidio versatile. Stiamo parlando di un ospedale vecchio, costruito negli anni quaranta. Infatti mancano anche adeguati spazi esterni».
Per il sindacalista: «Continuare a insistere sulla ristrutturazione dell’ospedale è uno spreco di soldi».
Le considerazioni
«L’emergenza ha spiazzato sicuramente tutti, ma è incomprensibile che una regione piccola come la nostra non abbia saputo gestire il flusso epidemiologico. Infatti i dati trasmessi appaiono spesso surreali in termini di controllo. I nostri dati sono sconfortanti e i numeri di morti nelle rsa sono preoccupanti».
L’esponente sindacale dei pensionati valdostani affonda il colpo: «Abbiamo avuto l’Usl commissariata per due anni e questo non è stato sicuramente un bene, anzi».
E in conclusione dice: «Ho l’impressione che la sanità venga lasciata in balia del suo destino, continuando ad arrancare e a improvvisare. L’ingerenza della politica sicuramente non aiuta, e invece la politica dovrebbe rimanere distinta dalla parte tecnica-sanitaria. L’autonomia in sanità, per come è stata gestita nel periodo dell’emergenza coronavirus, è stata utilizzata in maniera errata, perché questo è un settore che ha bisogno di un confronto continuo».
(re.aostanews.it)