Puchoz, il sindaco: «Fermiamo l’iter solo se lo chiede maggioranza cittadini»
La maggioranza respinge l'ennesima iniziativa di Paolo Laurencet di Forza Italia che porta anche il comunicato diffuso da alcuni negozianti della zona
Ennesima puntata sul Puchoz, ma la conclusione rimane sempre la stessa: il Comune va avanti per la realizzazione del parco sportivo nel cuore della città e a poco servono, per ora, anche la raccolta firme (raggiunte le 1017 sottoscrizioni tra online e cartaceo) e il comunicato sottoscritto da sette imprese della zona.
La mozione
A riportare ancora a galla la questione è il consigliere di Forza Italia, Paolo Laurencet, che porta avanti la battaglia del comitato Salviamo lo Stadio Puchoz.
Laurecent ricorda che si tratta di una «questione sociale, economica e anche regolamentare», in quanto oltre a escludere «200 ragazzi che si allenavano ogni pomeriggio» e le scuole «che svolgevano l’ora di ginnastica», il consigliere punta il dito sulla mancanza di spazi per il calcio.
«Va bene voler rivalorizzare il Montlfeury – dice -, ma questo darebbe solo tre campi per oltre 500 partecipanti. Da maggio, poi, l’ex campo da rugby Tzamberlet sarà usato principalmente dal baseball; e se nasce un’altra squadra, che si fa? Siamo al teatro dell’assurdo».
Paolo Laurencet ricorda i 78 mila euro spesi per «impianto idraulico e protezioni su via Garibaldi» e si chiede perché «buttare soldi, cancellare il Puchoz e favorire tre campi non omologati per il calcio di un certo livello, in un momento in cui, peraltro, una squadra della Regione rischia di andare in Lega Pro e noi rischiamo di spingerla voi».
I commercianti
Il consigliere di Forza Italia, poi, evidenzia la presa di posizione di alcuni commercianti.
«Ci chiedono di mantenere lo stadio – attacca -, perché sono preoccupati dalla lunghezza del cantiere e dalla perdita di indotto che oltre 200 bambini ogni giorno portava loro».
E chiude. «Basta criminalizzare lo stadio – dice Laurencet -, si pensi a usarlo per il calcio e poi in estate per manifestazioni culturali. Abbiamo raccolto 1017 firme e ne raccoglieremo di più non appena sarà possibile. Si rispetti almeno questo e si pensi a città come Siena, Alessandria, Ivrea e La Spezia che hanno lo stadio in centro; qui invece si pensa solo togliere sempre più spazi allo sport agonistico».
Le repliche
Mentre l’assessora allo Sport, Alina Sapinet, ricorda che «il campo non è stato tolto a nessuno, ma nessuno l’ha richiesto» e si chiede il senso di fare ulteriori lavori «quando si ha un progetto e lo si vuole perseguire», l’assessore Loris Sartore va oltre.
«Bisogna intervenire con una visione complessiva su tutta l’area – replica -. C’è un pezzo di città che deve essere rigenerato e ci sono elementi che hanno bisogno di uno spazio aperto, non di un muro che confina un pezzo di città».
Il sindaco
Il sindaco Gianni Nuti chiude per l’ennesima volta il caso.
«Il teatro dell’assurdo è solo un punto di vista – dice -. Tutto ciò è legato alla salvaguardia di un interesse che non può dirmi essere prioritario nella cittadinanza. Dopo questo momento di prigionia servono spazi aperti e non può dire che i negozianti sono preoccupati da un parco aperto agli sportivi: ha idea di quanto street food si possa fare»?
Nuti è un fiume in piena.
«Ci vuole equilibrio tra verde e città e anche Rinascimento prevedeva nel proprio programma di delocalizzare lo stadio e farne un parco – conclude -. Bisogna dare dei segnali, con un momento propedeutico in attesa di uno “sfruttamento” economico virtuoso delle potenzialità della zona. Non fermo i processi in attesa di qualcosa: lo farò solo se la maggioranza dei cittadini dirà che vuole il calcio, anche se mi chiedo come avranno fatto a votare sia me che Girardini, visto che avevamo la stessa idea».
Chiosa proprio Giovanni Girardini di Rinascimento VdA.
«Se c’è una petizione e una parte della popolazione chiede di andare in una certa direzione, credo si debbano trovare equilibri che provino ad accontentare tutti – conclude -. Magari si può rallentare su decisioni troppo avventate, peraltro non finanziate, per portare avanti i 20-25 progetti già finanziati».
(al.bi.)