Ospedale: un pezzo di Pcp ribadisce il no all’ampliamento, autonomisti per il sì
La progettazione esecutiva dell'ampliamento ''è azione avventata per Pcp'', non più procrastinabile per Uv, VdA Unie e Sa-Av. Con questi anche Pour l'autonomie e 4 eletti di Pcp
Ospedale: sull’ampliamento restano le divisioni tra Pcp e blocco autonomista. La progettazione esecutiva dell’ampliamento è azione avventata per le due consigliere di Pcp Chiara Minelli e Erika Guichardaz , non più procrastinabile per Uv, VdA Unie e Sa-Av. Paolo Crétier (Pcp) firma la risoluzione Chatrian con il sostegno dei colleghi consiglieri Antonino Malcrinò, Andrea Padovani, del presidente del Consiglio Alberto Bertin e dall’assessore ai Beni culturali Jean-Pierre Guichardaz non sottoscrivono le risoluzioni.
Avanti con la progettazione
Così in aula l’assessore Roberto Barmasse. «Il progetto sull’ampliamento dell’ospedale l’assessorato l’ha trovato già avviato con tutte le sue criticità. Il sito archeologico sembrava l’ostacolo principale e noi abbiamo cercato di superarlo. Siamo arrivati a un compromesso tra lavori di ampliamento e valorizzazione del sito. Costruire un ospedale in quell’area permette anche un’accelerazione del recupero del sito archeologico e la ristrutturazione del vecchio ospedale Parini porterà a un polo h12, un polo materno-infantile la psichiatria. Spero che tra quattro anni l’emergenza Covid non esista più. Un polo ospedaliero con due presidi mi sembra una buona soluzione senza contare che c’è il Beauregard. Rivendica attrezzature all’avanguardia».
Ha concluso: «L’urgenza è il principio che ci deve guidare in maniera prioritaria. Non è più accettabile non passare all’azione. Un nosocomio h24 si fa in quattro anni per un nuovo ospedale ce ne vorrebbero 10».
Paolo Crétier (Pcp): «Sono oltre 40 che il Parini occupa il dibattito politico. Reputo importante intervenire su temi quali la tempistica, il recupero dell’ex Mauriziano. E’ urgente accelerare e procedere con l’aggiornamento del progetto e le necessarie varianti e chiudere l’annoso problema, dando una risposta ai valdostani».
Stop alla progettazione
L’assessora Chiara Minelli (Pcp) ha sostenuto. «Quella di Vallée Santé non è la prima iniziativa popolare in materia sanitari». Ricorda il referendum nel quale a farla da padrona fu l’astensione. «La petizione ha suscitato dibattito e momenti di acceso confronto politico in commissione e ora in Consiglio. I lavori delle due commissioni hanno fatto emergere le criticità legate all’ampliamento del Parini. Pcp nel suo programma elettorale aveva inserito la realizzazione di un nuovo ospedale. Un impegno che abbiamo preso e che non può essere smentito ma perseguito chiedendo gli approfondimenti per scelta una consapevole e oculata. Un nuovo ospedale oggi è più motivato di 10 anni fa. Il sito ha bisogno di una valorizzazione. Rischiamo, con l’ampliamento, di fare un doppio errore. Torna a ribadire: «la necessità di un vero approfondimento sull’ampliamento».
Parla di costi, tempi «ci vuole un quadro organico che non c’è. La procedura esecutiva è un atto avventato e dannoso». Ha concluso: «Comunque vada la votazione, il problema dell’ospedale non si chiude oggi».
Sì a un nuovo ospedale
Luca Distort (Lega) esamina il dossier partendo dai «rinvenimenti archeologici di entità e natura straordinaria e dalla pandemia, entrambi eventi di portata storica che richiedono un approfondimento e una verifica. La riflessione deve precedere l’agire che ci permetta di raddrizzare il tiro, avere una visione chiara per dare risposte. Ciò che guida le scelte è la conoscenza. A oggi mi risulta poco chiaro come la soluzione progettuale stia risolvendo la valorizzazione dei beni archeologici, che è ben diversa dalla tutela. E’ del tutto evidente che un’area cromlech va percepita nella sua interezza».
Raffaella Foudraz (Lega): «Sono passati 14 anni e la questione va avanti. Non dimentichiamoci che viviamo in una regione turistica. Spesso vediamo volare gli elicotteri che trasportano feriti in montagna e devono atterrare a Saint-Christophe ma in campo medico pochi minuti possono fare la differenza tra vita e la morte».