Consiglio Valle, Chiara Minelli non ci sta: «Pcp ha fatto risorgere il Partito democratico»
Fumata nera dopo il primo incontro tra le forze politiche che hanno sostenuto Progetto civico progressista alle elezioni 2020
Mentre le varie anime di Progetto civico progressista cercano una soluzione per l’impasse, scoppia la polemica tra Chiara Minelli e il commissario del Partito democratico VdA, Umberto D’Ottavio. In relazione a quanto avvenuto in Consiglio Valle nella seduta di mercoledì, con Minelli ed Erika Guichardaz che hanno lasciato la maggioranza, l’esponente dem ha dichiarato all’Ansa: «Quando avvengono le scissioni nessuno utilizza il nome usato in precedenza. E’ anche una semplice forma di rispetto». Secondo D’Ottavio «o si arriva ad un accordo del genere oppure le due consigliere che si sono messe in minoranza escano dal gruppo. Non c’è alternativa. Anche perché non ho mai visto da nessuna parte che 2 contino più di 5».
La replica
Parole che non sono piaciute all’ex assessora Minelli, che ha lasciato ufficialmente la maggioranza insieme alla collega Erika Guichardaz. Afferma: «D’Ottavio conosce infatti pochissimo il percorso politico di questi ultimi due anni che ha portato alla nascita di Pcp. Immagino che la sua idea sia piuttosto frutto della interpretazione che danno di Pcp i consiglieri iscritti al PD, o altri esponenti di quella forza politica, che non fanno mistero di considerare PCP un mero cartello elettorale, una coalizione nata per affrontare le elezioni del 2020, una sorta di tram che ha permesso al PD valdostano ridotto ai minimi termini di “risorgere”».
Per Minelli Pcp rappresenta «un importante progetto che aveva e ha l’ambizione di riunire le forze progressiste puntando sui contenuti programmatici, coinvolgendo quante più persone possibile, per essere di supporto agli eletti e condividere, dall’esterno, il loro percorso all’interno delle istituzioni, in uno stretto rapporto di collaborazione. Purtroppo fra i consiglieri eletti questa idea di Pcp è minoritaria, ma questo non significa affatto che lo sia in Pcp, inteso come realtà extra consiliare. Al contrario, l’Assemblea e il Tavolo di Pcp, gli organismi a cui da eletta io faccio costantemente riferimento, condividono questa interpretazione del Progetto».
Quanto alle valutazioni «sulle mie dimissioni – prosegue Minelli -, giudicate immotivate e richieste da Rete civica, il commissario evidentemente preferisce far finta di non aver capito le cause delle stesse, che gli sono state specificate nel momento in cui ha incontrato la sottoscritta e il direttivo di Rete civica. D’altronde è più comodo dire “noi non abbiamo capito il senso di quanto accaduto” e addossarne le responsabilità alla sottoscritta e alla collega Guichardaz, senza ammettere che l’indebolimento del progetto politico è venuto da chi non ci ha creduto, da chi per sua stessa ammissione, non ha mai pensato a Pcp in questi termini, ma al contrario lo ha ritenuto un cartello elettorale, da mettere in un angolo dopo il 21 settembre 2020».
Pcp: fumata nera dopo il promo incontro
Nel frattempo, l’incontro andato in scena giovedì 21 tra i sette consiglieri regionali eletti con Pcp e i rappresentanti delle forze politiche è stato interlocutorio, nulla di deciso. Con ogni probabilità, dopo la riunione del Consiglio Valle in programma per lunedì ci sarà un secondo incontro. La criticità è una: come gestire la scissione del gruppo consiliare dopo il passaggio di Minelli e Guichardaz in minoranza?
(f.d.)