Emergenza Ucraina: dalla Moldavia, il racconto del volontario Ugo
Ugo Venturella, insegnante in pensione, già consigliere regionale e volto noto del Consiglio comunale di Aosta ha raggiunto la capitale Chișinău lunedì sera con un carico di aiuti raccolti alla parrocchia di Saint-Martin de Corléans
Emergenza Ucraina: dalla Moldavia, il racconto del volontario Ugo.
Ugo Venturella è a Chișinău da lunedì a tarda sera, è ospite di Lilian, l’interprete italo moldavo che domenica, poco dopo mezzogiorno, è partito con lui dalla parrocchia di Saint-Martin, con un pullman e un rimorchio carichi di aiuti.
Con loro, due autisti moldavi che hanno raggiunto Aosta e sono ripartiti alla volta della Moldavia.
Il viaggio di andata è stato finanziato da una famiglia di benefattori; le spese per il ritorno saranno invece coperte grazie alle offerte dei parrocchiani.
Ugo Venturella (al centro) e Lilian Vlasa ricevuto dal sindaco di Ciorescu Ion Scipnic
«Stiamo bene e la situazione è stabile – spiega al telefono Ugo -.
Il viaggio è stato lunghissimo ma è andato bene, fino alla frontiera moldava di Draceni.
Qui, nonostante fossero ormai le 20 passate, ci hanno bloccate per oltre tre ore.
Un doganiere è salito a bordo e mi ha chiesto se stessimo trasportando delle armi; in risposta, Lilian ha consegnato la lettera di don Nicola (il parroco di Saint-Martin de Corléans, ndr).
Hanno controllato i pacchi con un termoscanner, ma non hanno aperto alcuno scatolone».
Martedì mattina è iniziata la distribuzione degli aiuti; al centro di accoglienza abbiamo iniziato a raccogliere le disponibilità dei profughi.
Al contrario di ciò che potrebbe sembrare, non è un’operazione semplice.
Tutti vogliono restare al confine, in attesa che la guerra finisca. Un conto sono gli 80 km dal confine moldavo, un altro sono i 2200 km che separano Chișinău da Aosta».
Siamo continuando a parlare con il prefetto e con il sindaco della capitale ma anche con il responsabile dell’accoglienza moldava e con altri sindaci di paesi lì intorno.
Gli amministratori raccolgono le richieste di aiuto delle famiglie, ma l’organizzazione è piuttosto debole, è complesso stabilire con certezza chi è pronto a partire, chi rinuncia, chi non ha ancora deciso.
Ieri ad esempio, due famiglie che volevano scappare da Odessa parevano pronte, poi hanno rinunciato.
Abbiamo contatti anche in una cittadina qui vicino, Ciorescu, che ospita un centro di accoglienza.
Qui abbiamo consegnato gli aiuti e siamo in continuo contatto con il sindaco.
La gente qui è allo stremo; c’è tanta paura ma c’è anche il desiderio di non abbandonare l’Ucraina.
Tanti chiedono rassicurazioni sul ‘chi’ si prenderà cura di loro; vogliono ampie rassicurazioni e continuiamo a spiegare che saranno la Croce Rossa, la Protezione Civile e l’amministrazione regionale e comunale a organizzare la loro permanenza ad Aosta.
Credo che temano l’intervento della Chiesa cattolica, loro che appartengono alla Chiesa Ortodossa…
Ugo, Lilian e gli autisti partiranno per rientrare in Valle venerdì.
«Il viaggio è un’incognita – spiega Ugo -. Speriamo di non essere nuovamente fermati e costretti ad aspettare ore e ore. Sono 2200 km e oltre 30 ore di viaggio.
A oggi non sappiamo ancora quanti profughi porteremo ad Aosta, il dato è molto fluido, abbiamo conferme, poi qualcuno si tira indietro. Di certo, possiamo trasportare fino a cinquanta persone».
Nella foto in alto, la riunione nell’ufficio del sindaco di Chișinău; al telefono l’italo-moldavo Lilian, più a sinistra Ugo Venturella.
(c.t.)