Bufera sul Bando Borghi: Fontainemore gioca la carta del “parere legale”
La sindaca Girod: «Noi abbiamo operato alla luce del sole e in modo trasparente, ora però ci sembra di vivere in un incubo»
Dopo le polemiche sul piano politico-amministrativo, il ricorso al Tar presentato dal Comune di Bard contro l’assegnazione e l’apertura di un fascicolo (senza indagati e ipotesi di reato) da parte della Procura, c’è una nuova puntata nel “caso Bando Borghi”: la sindaca di Fontainemore, Speranza Girod, e la sua squadra hanno deciso di chiedere un parere legale all’avvocato Roberto Cavallo Perin di Torino. «La risposta del legale ci ha confortati – spiega la prima cittadina -, perché ha confermato la correttezza del nostro operato». La notizia è stata anticipata da Gazzetta Matin nell’edizione di lunedì 28 marzo.
Il riferimento è alla delibera approvata dal Comune senza l’astensione dei vari amministratori legati – a vario titolo – ad alcuni degli immobili coinvolti nel progetto che ha consentito all’Amministrazione comunale della valle del Lys di ottenere 20 milioni di euro (finanziati nell’ambito del Pnrr) per dare nuova vita al borgo Boure de Gris.
Il parere legale
«Noi abbiamo operato alla luce del sole e in modo trasparente – continua la sindaca -. Secondo il parere legale potevamo votare in quanto si trattava di interessi generali». Il documento, stando a quanto afferma Girod, «è stato inviato agli uffici regionali nel pomeriggio di sabato».
Lo sfogo
Riguardo alla “bufera” sull’assegnazione, comunque, la prima cittadina aggiunge: «Situazioni come questa ti tolgono l’entusiasmo di lavorare per il meglio del nostro paese. Noi abbiamo dato il massimo per presentare un progetto volto a migliorare e cambiare il destino del nostro comune. Noi abbiamo dato l’anima ma in questo momento ci sembra di vivere in un incubo».
Critiche sui criteri
Ma torniamo ai vari “livelli” dell’ormai “caso Bando Borghi”. Il primo aspetto che ha fatto storcere il naso a molti è che il peso dei vari criteri utilizzati dal Nucleo di valutazione ai fini dell’aggiudicazione non era noto ai Comuni che hanno partecipato al bando.
Il sindaco di La Magdeleine, Mauro Duroux, spiega: «Sembra sia stato premiato il recupero dei fabbricati, ma nessuno di noi sapeva che questa era la direzione scelta. Come facevamo a sapere che questo aspetto veniva tenuto in conto più di questioni come coesione sociali, digitalizzazione e risparmio energetico? Secondo me la Regione ha sbagliato a non dare un’indicazione politica per chiarire quale fosse la “direzione” del bando. E non è nemmeno chiaro se la direzione presa fosse voluta o meno. Forse c’è stata un po’ di leggerezza nel gestire 20 milioni di euro. In aggiunta, il bando è uscito tardi e tutti abbiamo avuto poco tempo per preparare i progetti».
(f.d.)